11 Ottobre: dopo 37 anni il “Caso Sigonella” non ci ha insegnato ancora nulla…

11 Ottobre: dopo 37 anni il “Caso Sigonella” non ci ha insegnato ancora nulla…

di Gian Piero Bonfanti

L’ITALIA DI OGGI COINVOLTA IN UN CONFLITTO A CAUSA DELLE MANCATE PRESE DI POSIZIONE DI CHI CI HA GOVERNATO SINO A IERI

L’11 Ottobre di 37 anni fa l’Italia fu segnata da un avvenimento tanto insolito, quanto grave e irripetibile: la oramai ben nota crisi di Sigonella.

Per capire cosa successe in quella giornata interminabile bisogna premettere quali furono i fatti che precedettero questa crisi e per farlo è sufficiente
fare un salto indietro a 4 giorni prima.

Durante la navigazione della nave da crociera Achille Lauro il 7 ottobre 1985, mentre questa si trovava nel Mediterraneo, al largo delle coste egiziane, un commando di quattro uomini aderenti al Fronte per la Liberazione della Palestina (FLP) (Bassām al-ʿAskar, Aḥmad Maʿrūf al-Asadī, Yūsuf Mājid al-Mulqī e ʿAbd al-Laṭīf Ibrāhīm Faṭāʾir), armati di Kalašnikov, dirottarono la nave intimando al comandante Gerardo De Rosa di far rotta verso il porto di Tartus, in Siria.

Di tutti i passeggeri della nave venne ucciso a sangue freddo un’unica persona, un cittadino statunitense, Leon Klinghoffer, ebreo e disabile in sedia a rotelle a causa di un ictus. Scelsero proprio questo cittadino americano proprio per dare dimostrazione agli USA, secondo loro, che non c’era da scherzare, pensando così di rafforzare la loro posizione per le loro richieste.

Dopo frenetiche trattative diplomatiche con i terroristi si giunse alla conclusione della vicenda grazie all’intercessione dell’Egitto, dell’OLP di Arafat e di Abu Abbas, uno dei due negoziatori, proposti da Arafat, insieme a Hani al-Hassan, che convinse i terroristi alla resa in cambio della promessa dell’immunità.

L’episodio dell’omicidio del cittadino americano provocò però la reazione degli Stati Uniti che chiesero l’estradizione dei dirottatori per processarli nel loro Paese. Nella notte tra il 10 e l’11 Ottobre i terroristi vennero trasferiti alla base aerea di Sigonella in Sicilia per assicurarli alla giustizia delle autorità italiane.

I fatti che seguirono furono, come già detto, di particolare gravità, al punto tale che si rischiò una crisi diplomatica tra Italia e Stati Uniti. Ad accogliere i terroristi si posizionarono i militari della VAM (Vigilanza Aeronautica Militare), che vennero in seguito accerchiati dalle truppe speciali della Delta Force, inviate dall’allora Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan.

Il nostro Presidente del Consiglio italiano, Bettino Craxi, non si fece intimidire ed inviò forze di carabinieri che accerchiarono a loro volta i militari americani. Si sfiorò di pochissimo il conflitto armato e nelle ore seguenti i “colloqui” tra i due governi furono animati da fortissime tensioni. Il nostro governo non intendeva recedere dagli accordi presi nella trattativa di resa dei terroristi, ma soprattutto non voleva subire un ricatto imposto dagli Stati Uniti.

Come fu reso noto in seguito, Bettino Craxi non si fidava di Michael Arthur Ledeen, colui che, scavalcando il traduttore ufficiale Thomas Longo Jr, capo dell’Italian Desk del dipartimento di Stato USA, intendeva a suo parere mal consigliare il Presidente degli Stati Uniti. Costui venne allontanato, la crisi si risolse, e gli americani si ritirarono. Ledeen, oggi ottantunenne, ha sempre svolto un ruolo dietro le quinte della storia recente della repubblica italiana.

Il suo nome viene collegato infatti a vicende legate agli scandali come Iran-Contra e Nigergate, qualcuno l’ha pure accusato di aver collaborato con la P2 di Licio Gelli, nonostante Ledeen abbia negato qualsiasi implicazione. Recentemente il suo nome è stato associato a Matteo Renzi e a Marco Carrai, imprenditore, amico e finanziatore dell’ex sindaco di Firenze.

Insomma, una figura non proprio limpida che poteva portarci ad un punto di non ritorno, ma dal quale, fortunatamente al momento opportuno, sono state tenute le dovute distanze. Quello che ci chiediamo però è come l’Italia nel corso degli ultimi anni abbia potuto cedere, nelle scelte di governo, la propria sovranità. Senza voler far passare da santo chi nella sua vita ha avuto anche molte colpe, possiamo comunque riconoscere che il carattere e la caratura dei politici di ieri è ben differente da quella dei governanti di oggi.

Speriamo che il nuovo governo possa rinvigorire quell’amore di patria e, senza rischiare di finire in una nuova potenziale crisi diplomatica, riprendere le redini della nazione tenendo sempre alto l’onore del nostro paese. Oggi purtroppo siamo stati traghettati in un conflitto che non ci appartiene solo per il volere dei nostri alleati, avendo i nostri governanti sino ad oggi ubbidito senza prendere posizioni autonomamente. Se fossimo sulla settimana enigmistica ci sarebbe da chiedersi: “sapete trovare le differenze?”. Probabilmente la crisi economica che oggi attraversa il nostro paese sarebbe stata meno invasiva se non ci fossimo esposti, solo per il volere di qualcun altro, ponendo sanzioni al paese che è il nostro maggior fornitore di energia.

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Il mio dubbio è: si è così sicuri che questo conflitto “non ci appartiene”?