Il cardinal Müller mette in guardia dai pericoli del nichilismo
di Angelica La Rosa
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IL CARDINALE GERHARD LUDWIG MÜLLER: “POTREBBE FINIRE IN UN SUICIDIO COLLETTIVO DELL’UMANITÀ“
Durante il XIV Congresso Mondiale delle Famiglie svoltosi dal 30 settembre al 2 ottobre in Messico, il Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede card. Gerhard Ludwig Müller ha presentato un discorso in cui ha illustrato i pericoli del nichilismo e la sua capacità di condurre la società verso un grande «suicidio collettivo».
“Il cristianesimo promuove una civiltà della vita e sfida la cultura del nichilismo antropologico, che può sfociare nel suicidio collettivo dell’umanità. L’ateismo è nichilismo. Il suo frutto è la morte“, ha spiegato il porporato tedesco.
Il cardinale Müller ha esordito spiegando che il nichilismo, cioè “il sentimento della nuova era“, “può provocare la sensazione che ‘non c’è niente di male nell’essere umano e tutto ciò che gli piace è lecito’“.
Müller ha parlato quindi delle tesi di Friedrich Nietzsche (1844-1900), «profeta del nichilismo post-cristiano» che ha annunciato la morte di Dio e dello storico israeliano Yuval Noah Harari, che “è diventato qualcosa come il guru del cosiddetto trans e del postumanesimo“.
Riguardo a questi personaggi il cardinale ha affermato che coloro che li seguono dovrebbero sapere “quanto velocemente la visione di un superuomo divino può trasformarsi in un diabolico disumano. Il XX secolo lo ha crudelmente dimostrato, nell’Europa occidentale e orientale, soprattutto in Germania e Russia” e, “se l’uomo cessa di essere una creatura ad immagine e somiglianza di Dio uno e trino, sprofonda nelle profondità del nichilismo antropologico. Il nichilismo antropologico ha per padre l’orgoglio della creatura che vuole diventare simile a Dio (Gn 3,5) e vuole stabilire per sé la differenza tra bene e male, vero e falso“.
Questo tipo di filosofia, come illustrato dal Prefetto emerito, “è significativamente ostile alla vita“, poiché promuove l’uccisione dei “bambini nel grembo materno come diritto umano e l’esigenza utilitaristica della cosiddetta “morte misericordiosa” (eutanasia) per esseri umani “esauriti” o “non più utilizzabili”.
«Ma i frutti marci del nichilismo antropologico si mostrano anche nella messa in discussione del matrimonio tra uomo e donna, che è visto come una variante tra tante possibilità del godimento orgiastico della soddisfazione sessuale senza la piena resa nell’amore e senza l’autotrascendenza a un terzo, cioè il bambino come frutto dell’amore».
Oltre ad aborti, eutanasia e matrimonio innaturale il cardinale Müller ha condannato così anche l’ideologia gender: «a parte il fatto biologicamente provato che un vero cambiamento di sesso non è possibile, la finzione di un genere a libera scelta è una negazione della volontà di Dio per noi. Ogni essere umano esiste nella sua natura corporea in un’espressione maschile o femminile».
Proseguendo sul nichilismo, il porporato ha avvertito che una tale corrente «diventa davvero pericolosa per la Chiesa quando anche i teologi cattolici in posizioni centrali non assumono più il fatto della rivelazione storicamente unica e insuperabile di Dio in Gesù Cristo, ma fanno invece un compromesso perverso con il post-umanesimo, solo perché la Chiesa ‘sopravviva’ come organizzazione sociale in un mondo moderno senza Dio».
«Se il cristianesimo fosse solo una raccolta di visioni disparate del divino inconoscibile che si diffondono sulla nostra comprensione teorica del mondo e sul modo pratico di affrontare la contingenza, allora la verità di esso non varrebbe davvero la pena combattere, soffrire e morire per Cristo», ha spiegato il presule tedesco.
Il cardinale Müller, infine, ha evidenziato che «la nostra fede nel Dio e Padre di Gesù Cristo supera la cultura della morte e del nichilismo antropologico. La fede ci apre a una cultura della vita nell’amore del Dio Uno e Trino perché siamo liberati dalla schiavitù del provvisorio alla libertà e alla gloria dei figli di Dio».