Una bellezza che l’uomo d’oggi non riesce più ad identificare nella realtà intorno a lui

Una bellezza che l’uomo d’oggi non riesce più ad identificare nella realtà intorno a lui

di Nicola Sajeva

LA BONTÀ È BELLEZZA

C’è una bellezza che delicatamente ci fa innamorare, una che turba il nostro cuore accendendo desideri disordinati e, infine, c’è una bellezza che ci porta ad elevare sentimenti di gratitudine verso il Creatore per l’esperienza di benessere psicofisico che andiamo a conquistare grazie a Lui.

Partendo dalle considerazioni che la bontà è disarmante e determinante (la bontà vista come stella polare, come premessa, come insostituibile presupposto per tessere positivamente ogni rapporto interpersonale, per rendere la convivenza pista di lancio per la realizzazione di tutti i processi evolutivi, stazione di servizio attrezzata e pronta a fornirci quanto serve per migliorare la nostra vita esistenziale) desidero andare oltre, accompagnare il lettore per condividere con lui una ricerca che mi ha portato a cogliere connessioni stupende tra bontà e bellezza.

Desidero impostare un teorema che vede nella bontà e nella bellezza i dati necessari per la sua chiara dimostrazione: una bellezza in grado di dialogare con la bontà, una bellezza libera dai concetti canonici che sicuramente risultano riduttivi, miseramente stereotipati e conseguentemente bloccanti di ogni altra evoluzione concettuale.

Ho visto la bellezza nel volto rugoso delle persone avanti negli anni, ho visto la bellezza nel volto luminoso di quanti si spendono quotidianamente per migliorare le condizioni del prossimo, ho visto la bellezza sul volto di tutte le persone che vivono con estrema coerenza la loro consacrazione religiosa o sacerdotale.

Una bellezza sbocciata da una serenità interiore profonda, radicale, convinta, pronta a scommettere tutta un’esistenza. Una bellezza che non metta in funzione nessun bilancino per soppesare convenienza, ricadute, vantaggi di sorta. Una bellezza vista come nutrimento spirituale, come forza rigenerante, come impronta divina.

Questa bellezza l’uomo di oggi non riesce più ad identificarla nella realtà che palpita intorno a lui; questa bellezza non ha più possibilità di emergere per sconfiggere il grigiore di una vita quotidiana pilotata da bisogni materiali sempre più invadenti. L’avere più soldi , il riscuotere ammirazione per il potere conquistato, il perseguire una visibilità che risulta poi vuota di contenuti, condizionano oggi le scelte dell’uomo e quindi la bontà, regina di tutte le virtù, non ha più spazio per affermare i suoi principi e proporre i suoi punti di vista.

L’arroganza, la prepotenza, il mancato riconoscimento dei diritti dell’altro deturpano il volto dell’uomo, alterano la sua somiglianza con Dio, mettono all’indice, con la bontà, anche la bellezza. Fare paura, mostrare durezza di cuore, non cedere ad alcun sentimento di umanità, ignorare la ricchezza della misericordia verso il debole sono alcune delle note caratteristiche facilmente individuabili nel campionario consegnato da tutti gli studi sociologici.

Il mondo non è più bello perché non è più buono. I giovani assetati di autenticità, di coerenza, di radicalità sono i primi a soffrire di questo vuoto spirituale e cadono nella tentazione di una contestazione globale espressa a volte con forme obbiettivamente inaccettabili. Disapprovare queste manifestazioni non ci esime dal leggere in esse le pesanti responsabilità della famiglia, della scuola, di tutti gli altri contesti sociali che, di fatto, diventano colpevoli dell’attuale deriva di gran parte del mondo giovanile.

La bontà è bellezza: se l’impronta d’amore della bontà sarà presente in tutte le nostre azioni, la vita sarà più bella, l’uomo sarà più bello e più gradevole sarà ogni suo atteggiamento. L’ordine, la compostezza, la serenità esistenziale, la delicatezza verso l’altro e la sensibilità di scoprirne necessità e urgenze sono le varie sfaccettature della bellezza di una persona.

La bontà è bellezza: questa traccia di riflessione non potrà di certo costituire indicazione utile per le giurie dei vari concorsi di bellezza, ma rimane a portata di mano di ogni uomo di buona volontà per costruire con la bontà una bellezza che non conosce tramonto, una bellezza, come dicevo all’inizio, che ci porta ad elevare sentimenti di gratitudine verso il Creatore.

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