Il card. Müller: “i vescovi fiamminghi sono in opposizione eretica alla verità rivelata e ingannano i loro fedeli”
del card. Gerhard Müller
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UNA CORREZIONE FRATERNA AI VESCOVI DELLE FIANDRE (BELGIO) DALL’EX PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha inviato una “correzione fraterna” ai vescovi delle Fiandre (Belgio) con relazione al loro recente indirizzo non conforme alla Dottrina cattolica sulla pastorale per le persone omosessuali.
Qui di seguito il testo integrale dello scritto del porporato tedesco.
I vescovi fiamminghi hanno pubblicato un comunicato sulla pastorale per le persone omosessuali il 20 settembre 2022. Propongono anche una sorta di liturgia con preghiere di benedizione per le persone dello stesso sesso che convivono in matrimonio. Credono di poter fare riferimento all’esortazione apostolica Amoris laetitia [19 marzo 2016] di papa Francesco. Con ciò prendono il più alto maestro della Chiesa come testimone principale di una presunta pastorale inclusiva senza allontanarsi dal peccato. Tuttavia, un tale approccio è diametralmente opposto alla Parola di Dio sul matrimonio, la famiglia e la creazione dell’uomo come maschio o femmina. Tuttavia, la voluta intenzione di sottolineare la dignità incondizionata di ogni essere umano, indipendentemente dal suo comportamento corretto o scorretto, è ribaltata dalle palesi contraddizioni contro i principi ermeneutici e i contenuti della fede rivelata della Chiesa.
Il magistero del Papa, dei concili ecumenici o delle assemblee episcopali regionali «non è al di sopra della parola di Dio, ma la serve, insegnando solo ciò che le è stato affidato, per mandato divino e con l’assistenza dello Spirito Santo lo sente, lo custodisce misericordiosamente e lo espone fedelmente, e da questo unico deposito di fede trae tutto ciò che propone come verità rivelata da Dio a cui credere» [Dei verbum (18 novembre 1965) 10; cfr. Lumen gentium (21 novembre 1964) 25].
Pertanto, la dichiarazione dell’episcopato fiammingo e simili sforzi in altre parti del mondo sono una formale trasgressione della competenza rispetto alla Chiesa universale e un’opposizione eretica alla verità rivelata della specifica benedizione (buon piacere) del Creatore su il matrimonio di un uomo e una donna (Gn 1,28).
2. L’intimità di eros, sexus e agape è data nell’ordine della creazione e della redenzione secondo la Santa Volontà di Dio solo a un uomo e a una donna che si sono liberamente detti sì per tutta la vita e in ogni circostanza.
L’autorità di Dio rivelata in Gesù Cristo non deve essere relativizzata e smantellata secondo la saggezza religiosa passeggera e le idee filosofiche delle “persone autorizzate” [Karl Jaspers (1883-1969)] della storia mondiale. Perché Gesù Cristo è la Rivelazione escatologica di Dio in persona. Tutta la Verità di Dio è contenuta nel Logos fatto carne.
La verità rivelata di Dio, che la Chiesa registra in forma integra e genuina nell’«insegnamento degli apostoli» (At 2,42), non può essere superata, completata o corretta da nessuna scienza speculativa o empirica della ragione creata della uomini. E per questo solo il Figlio di Dio e unico Salvatore del mondo poteva andare, al di là degli adattamenti pragmatici (dei “farisei” allora e oggi), alle debolezze della natura umana decaduta, la volontà originaria del Creatore per il matrimonio dell’uomo e della donna.
Il Figlio di Dio, che è l’unico che conosce il Padre e ci rivela la sua volontà (cfr. Mt 11,27; 28,18-20), ci ricorda la natura del matrimonio con i caratteri della monogamia, dell’indissolubilità e della apertura ai bambini che Dio ha dato loro. Solo un uomo e una donna possono diventare «una sola carne» (cfr Mt 19,6). E solo Lui poteva elevare il matrimonio al sacramento della Nuova Alleanza, che partecipa e significa concretamente l’unità di Cristo e della Chiesa (cfr. Ef 5,21-32; 1 Cor 7,39; Eb 13,4).
Solo un uomo e una donna possono diventare «una sola carne» (cfr. Mt 19,6). E solo Lui poteva elevare il matrimonio al sacramento della Nuova Alleanza, che partecipa e significa concretamente l’unità di Cristo e della Chiesa (cfr. Ef 5,21-32; 1 Cor 7,39; Eb 13,4).
Solo un uomo e una donna possono diventare «una sola carne» (cfr Mt 19,6). E solo Lui poteva elevare il matrimonio al sacramento della Nuova Alleanza, che partecipa e significa concretamente l’unità di Cristo e della Chiesa (cfr. Ef 5,21-32; 1 Cor 7,39; Eb 13,4).
Così i vescovi fiamminghi, avvicinando le coppie omosessuali al matrimonio dell’uomo e della donna istituito da Dio, oscurano gli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa. Inseguono il rinnovamento dell’uomo per mezzo di Cristo nostro Salvatore. Essi capitolano alla logica del vecchio mondo, che vuole limitare pragmaticamente le conseguenze della Caduta solo secondo il ragionamento umano, invece di “rivestire l’Uomo Nuovo, creato ad immagine di Dio nella vera giustizia e santità” (Ef 4,24). Sia il mondo pagano prima di Cristo, sia il mondo di oggi, che non conosce Cristo (Rm 1,26-32) o si è allontanato di nuovo da Lui, sia i cristiani che si compromettono con Lui, relativizzano l’unicità del matrimonio dell’uomo e della donna.
3. La pastorale della Chiesa ha il compito di condurre gli uomini a Dio sulla via di Cristo Buon Pastore. Ciò include l’invito a vincere, con l’aiuto della grazia, le nostre inclinazioni egoistiche e le tentazioni al peccato, e a vivere una vita che sia gradita a Dio e quindi anche buona per noi e ci renda felici in Dio (cfr. Rm 12,2).
I vescovi fiamminghi, invece, ingannano le persone affidate alla loro cura pastorale che sono affette da inclinazioni omoerotiche, così come i loro genitori e conoscenti. Ebbene, per alleggerire la loro coscienza, offrono loro una presunta “preghiera di benedizione” per le coppie dello stesso sesso, come una sorta di placebo, che risveglia in loro l’illusione che atti omosessuali o contatti sessuali al di fuori del matrimonio vadano bene davanti a Dio e siano peccato non grave come altre trasgressioni del 6° e 9° comandamento del Decalogo (cfr. Rm 1,26s; 1 Cor 6,9).
La pastorale autentica si occupa del singolo essere umano nelle sue speranze e bisogni, nelle sue possibilità e fallimenti.
4. In questo tempo di confusione, che colpisce anche i pastori e i maestri della Chiesa, ogni Vescovo deve meditare la parola dell’Apostolo [San Paolo] al suo collaboratore e successore Timoteo, che vale anche per lui e diventa una sentenza: «Vi evoco davanti a Dio e a Cristo Gesù, che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e per il suo regno: annunciate la parola, insistete a suo tempo e fuori tempo, discutete, rimproverate, esortate con ogni magnanimità e dottrina. Perché verrà il tempo in cui non sosterranno la sana dottrina, ma si circonderanno di maestri secondo i propri desideri e ciò che gli piace sentire… Ma sii sobrio in tutto, sopporta la sofferenza, fai il tuo lavoro di predicatore di il Vangelo, svolgi fedelmente il tuo ministero» (2 Timoteo 4,1-5).