Domani si vota. Cosa ci aspettiamo? Cosa faremo dopo?

Domani si vota. Cosa ci aspettiamo? Cosa faremo dopo?

di Diego Torre

DALLA MAGGIORANZA PARLAMENTARE DELLA NUOVA LEGISLATURA CI ASPETTEREMMO UNO STOP A TUTTE LE FOLLIE POLITICHE E IDEOLOGICHE DEL PASSATO BIENNIO

Dalla nuova maggioranza parlamentare che uscirà dalle urne di domani ci aspettiamo innanzitutto un perentorio stop a tutti progetti di leggi, a tutte le follie politiche ed ideologiche, che hanno funestato la precedente legislatura: eutanasia e droga legale; matrimonio (non soltanto unione civile) fra persone dello stesso sesso e relativa adozione di minori; obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni (utile ad espropriare ulteriormente le famiglie dal loro compito educativo); lotta contro l’omofobia (cavallo di Troia per imbavagliare i cristiani ed imporre un’antropologia contro natura); educazione alla cultura gender nelle scuole di ogni ordine e grado. Tutta roba che fa a cazzotti con la dottrina sociale cristiana.

Si capisce da qui che le elezioni di domani avranno un’importanza superiore a quelle del 1948 e del 1994. Allora era in discussione un modello di società. Oggi è in discussione cosa sia l’uomo e la metamorfosi di alcuni partiti che sono giunti al loro traguardo finale: la trasformazione in partiti laicisti di massa.

Quel perentorio stop è pertanto urgente, ineludibile e non negoziabile. Dovremo dirlo con forza a chi abbiamo votato ed è chiamato a rappresentarci. Ma dovremo fare anche altro. Va intanto, di corsa, applicato quel poco che la legge 194/78 prevede a sostegno delle madri in difficoltà affinché il bisogno non le tenti di un aborto non gradito.

Il sostegno dovrà essere economico ma anche informativo. E questo va fatto anche in considerazione del suicido demografico in atto nel nostro paese, che invecchia e perde circa 250.000 cittadini ogni anno (saldo fra le nascite e le morti).

Va rimessa di corsa la famiglia al centro del sistema politico e fiscale, ripensando, per cominciare, ISEE e assegno unico universale. E poi va ridato fiato, sempre di corsa, alla scuola paritaria, che annaspa ormai in condizioni comatose.

Tre emergenze che rispondono ai principi non negoziabili: vita famiglia, educazione. ”Riscopriamo e riproponiamo i principi della dottrina sociale della Chiesa: dignità delle persone, bene comune, solidarietà e sussidiarietà”: così ci ricorda la Conferenza Episcopale Italiana qualche giorno prima del voto.

Ma tali appelli per essere incisivi debbono partire da lontano nel tempo e dai territori. Dove sono stati i cattolici in questi anni? Quanti politici ha formato alla sua dottrina la Chiesa italiana?

A parte lodevoli eccezioni il silenzio sui principi non negoziabili è stato … tombale. Avremo ora la forza, la costanza, la preparazione sufficiente per ottenere dagli organi legislativi e dal governo tutto ciò?

Sapremo ripartire per creare una cultura diffusa che ponga al centro la persona umana e la sua dignità? Non sarà affatto facile farsi ascoltare da un governo che dovrà navigare nelle tempestosissime acque di una crisi economica senza precedenti ed una guerra alle porte; e con tanti avvoltoi, finanziari e politici, pronti a sfruttare le disgrazie prossime future, per mettere in difficoltà il governo ed il popolo italiano.

Eppure con grande umiltà, perseveranza e lungimiranza dovremo riuscire a proporre nelle aule e sostenere nelle piazze i principi non negoziabili, redarguire chi diserta o tradisce gli impegni elettorali, e opporci alla spinta diabolica dei nemici della persona, che continueranno a controllare i mass-media, la cultura “ufficiale” e gli organismi internazionali per chissà quanto tempo.

È una sfida audace e decisiva. Se la vinciamo eviteremo l’estinzione fisica del nostro popolo ed il suo degrado morale. È possibile? Ma certo: “se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?” (Rm 8,31). E allora, fiducia in Dio, decisione massima e saggia prudenza. Viviamo in questo tempo problematico per questa santa causa: una società a misura d’uomo secondo il progetto di Dio.

 

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