Per l’Ordine dei giornalisti sul gender deve emergere solo il pensiero unico
a cura di Angelica La Rosa
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GANDOLFINI (FAMILY DAY): L’IDEOLOGISMO CANCELLA IL CONVEGNO DI OGGI POMERIGGIO SULLA DISFORIA DI GENERE E LA MEDICINA TRANSGENDER
Il pluralismo, il confronto democratico, la libertà di pensiero e l’approccio scientifico rigoroso sono stati calpestati dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, che ha annullato un seminario sulla disforia di genere e sulla medicina transgender, organizzato da sigle di giornalisti scientifici e al quale erano stati riconosciuti i crediti formativi. Evidentemente ai guardiani della professione giornalistica, non bastava che ci fossero più voci a presentare un tema così complesso.
Secondo l’Ordine dei Giornalisti in merito al gender deve emergere solo il pensiero unico di chi fa apologia del cambio di sesso e della fluidità, senza approfondire le drammatiche conseguenze di interventi chirurgici e terapie ormonali. Si è ritenuto necessario silenziare il dottor Massimo Gandolfini, leader del Family Day, anche se le sue osservazioni si basano su una autorevole bibliografia scientifica internazionale.
La scelta risulta ancora più partigiana e in mala fede se si considera che personaggi come Monica Cirinnà ed altri attivisti delle sigle LGBT hanno già tenuto in precedenza corsi organizzati dallo stesso Ordine, ignorando un contraddittorio basato su dati scientifici.
La democrazia e il confronto non trovano ospitalità nella comunicazione, questo è quello che si vuole insegnare alla categoria dei giornalisti, che vanno indottrinati secondo una impostazione ideologica che non ha il coraggio di affrontare con lucidità e chiarezza i tanti punti critici che riguardano l’identità di genere e la disforia di genere.
Tutto ciò è tanto più grave se si considera che a farne le spese sono persone, adulti e adolescenti, che hanno il diritto di essere trattati con il massimo della competenza scientifica e umana. Si tratta dell’ennesima riprova che l’ideologia ama se stessa e non tiene conto dei veri bisogni delle persone più fragili.
“Ribadisco che sono disponibile e ovunque e in qualsiasi momento ad un confronto serio, argomentato e rigoroso su questo tema. Questo è il sale della democrazia e della ricerca scientifica che l’ideologismo imperante non ha il coraggio di affrontare“, ha dichiarato il neurochirurgo prof. Massimo Gandolfini.