Comincia oggi il processo “comunista” contro il Cardinale Zen

Comincia oggi il processo “comunista” contro il Cardinale Zen

di Angelica La Rosa

IL VESCOVO EMERITO DI HONG KONG SARÀ PROCESSATO DA OGGI FINO AL 23 SETTEMBRE PER LA SUA PRESUNTA PARTECIPAZIONE ALLE PROTESTE CONTRO IL GOVERNO COMUNISTA. SI TRATTA, NATURALMENTE DI UN PROCESSO IMBASTITO DALLE AUTORITÀ DI PECHINO, PER COLPIRE UN GRANDE SIMBOLO DELLA CHIESA CATTOLICA IN CINA

Il Vescovo emerito di Hong Kong, il cardinale Joseph Zen Ze-kiun sarà processato da oggi, 19 settembre, fino al 23 settembre per la sua presunta partecipazione alle proteste contro il governo comunista. Si tratta, naturalmente di un processo imbastito dalle autorità comuniste, per colpire un grande simbolo della Chiesa Cattolica in Cina.

A 90 anni, il cardinale Zen non ha perso nulla del suo vigore. È sotto processo, insieme ad altri quattro uomini, perché amministratori di un fondo di soccorso per pagare le spese legali per i manifestanti pro-democrazia a Hong Kong.

Tale accusa non dovrebbe rientrare nella legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong e, in linea di principio, rischia solo una multa di 1.274 dollari. Ma la sua probabile condanna avrebbe comunque un forte valore simbolico. Il regime guidato da Pechino, infatti, sta saldando i conti dopo i disordini che hanno scosso Hong Kong nel 2019 e nel 2020, per protestare contro la presa che si stava stringendo sempre più contro l’ex colonia britannica.

Queste proteste erano iniziate in opposizione a una nuova legge sull’estradizione che consentisse alla Cina continentale di intervenire nel sistema legale indipendente della “regione amministrativa speciale” di Hong Kong. Da allora il cardinale Zen si è dimostrato l’instancabile difensore di questi cattolici nascosti che rifiutano di appartenere alla Chiesa “convalidata” dal Partito Comunista Cinese, la cosiddetta “Chiesa patriottica”.

Molti degli oppositori erano stati arrestati e si sono trovati incapaci di sostenere le proprie spese legali. È in questo contesto che è nato il 612 Humanitarian Relief Fund, un fondo di aiuto ai detenuti, al quale ha partecipato il cardinale Zen. E questa partecipazione gli è valsa oggi l’accusa di “collusione con una forza straniera“.

Ma le accuse non hanno per niente intimidito il cardinale, storico nemico del comunismo cinese. Nato il 13 gennaio 1932 a Shanghai, il porporato ha vissuto in prima linea tutta la guerra civile cinese. La sua famiglia fuggì dall’esercito di Mao Zedong nel 1948 per rifugiarsi a Hong Kong, allora sotto mandato britannico.

Mons. Zen non ha mancato di far sentire la sua voce contro gli accordi Cina-Vaticano, iniziati nel 2016. Gli accordi tra la Santa Sede e Pechino riguardano la nomina dei vescovi all’interno della Chiesa cattolica cinese, accompagnati da una normalizzazione dei rapporti tra Cina e Vaticano. L’idea originaria era quella di riunire i cattolici cinesi, divisi tra coloro, e che appartengono sia alla Chiesa ufficiale che a quella sotterranea. Ma i critici di questo approccio, di cui il cardinale Zen è la figura di spicco, temono che la diplomazia vaticana faccia concessioni senza ottenere nulla in cambio. Al momento sembra che questi accordi sperimentali saranno rinnovati nel prossimo mese di ottobre 2022.

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