Maid: quando la vita ha il grande valore che una madre sa riconoscere…
di Franco Olearo*
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IN “MAID”, LA MINISERIE ANDATA IN ONDA SU NETFLIX, FINALMENTE UN ESEMPIO EDIFICANTE DI CONCILIAZIONE FRA MATERNITÀ E LAVORO
Nella miniserie Maid (drammatico, Stati Uniti 2021, 10 episodi in onda su Netflix) i protagonisti sono Alex e Sean, poco più che ventenni, che convivono con la loro figlia Maddy di due anni in una modesta abitazione in mezzo ai boschi.
Lui è un barista e lei ha dovuto rinunciare al suo sogno, andare al college, per accudire la sua bambina. Una sera Alex prende la figlia e scappa di casa. Non sopporta più che Sean torni spesso ubriaco e la minacci urlando. Ha con sé pochi soldi, non può contare su di una madre psicologicamente instabile, né sul padre che ha abbandonato entrambe da tempo. Alex inizia la sua lotta per la sopravvivenza, tra strutture sociali, notti passate sulla panchina di una stazione, sussidi statali e lavori sottopagati. Ma lei è determinata, nonostante tutto, a proteggere sua figlia e a costruirsi quel futuro che ha sempre sognato…
Questo serial ispirato a una storia vera (è la stessa protagonista dei fatti che ha scritto un libro sulle sue vicissitudini) sviluppa un racconto che mostra un aspetto particolarmente affascinante: tutti i personaggi risultano assolutamente reali perché nessuno è definitivamente cattivo e nessuno è definitivamente buono ma tutti sono persone fragili, che perdono facilmente il controllo ma al contempo sono in grado anche di compiere gesti di sincero altruismo.
Altra emozione di cui ci si rende partecipi è l’ansia per la sopravvivenza che viviamo assieme alla protagonista, sempre costretta a contare i pochi spiccioli che ha in borsa ed a conciliare la necessità di lavorare con quella di badare alla sua bambina. Ma proprio perché si trova immersa in tante difficoltà, Alex, interpretata da un’ottima Margaret Qualley, è una eccellente espressione del potere trasformante della maternità. Lei ha una vita difficile, contrassegnata da una famiglia dissestata, un convivente alcoolista dal quale dipende economicamente ma ha una figlia, un essere puro, nella quale ritrova il senso da dare alla sua vita e la voglia di lottare. Si può pensare che accanto all’istinto materno ci siano in lei anche giuste ambizioni di affermazione personale (la voglia di scrivere e di frequentare una università). Due spinte che in altri film troviamo in conflitto fra loro, soprattutto quelli nei quali viene prospettato l’aborto come decisione legittima, ma in questa storia ci viene proposto esattamente il contrario.
È proprio la maternità, la cura per una vita che è venuta al mondo e che si deve sviluppare, che ha illuminato l’esistenza di Alex e le ha fornito quella speranza che le fa dire che ancora tutto è possibile. Così seguiamo Alex che dimostra la sua onestà rifiutandosi di compiere – pur nel bisogno – un furto facile facile e continuando ad esprimere, nonostante la separazione, la sua cura e umana attenzione nei confronti dell’ex compagno, soprattutto quando questi attraversa un momento di depressione. Il tutto all’insegna della grande determinazione di una madre.
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* redattore/editore del portale FamilyCinemaTv