In Svezia il partito di destra sta vincendo le elezioni e subito scatta l’allarme “neonazista”…

In Svezia il partito di destra sta vincendo le elezioni e subito scatta l’allarme “neonazista”…

di Giuseppe Brienza

GRAZIE ALLA CRESCITA ELETTORALE DEI SOVRANISTI DEL MOVIMENTO DEI “DEMOCRATICI SVEDESI” TRABALLA IN SVEZIA IL GOVERNO FILO-ISLAMISTA E SOCIALDEMOCRATICO CHE VOLEVA, FRA L’ALTRO, CONSENTIRE AGLI IMMIGRATI LA PRATICA DELLE “SPOSE BAMBINE”. ORA FORSE IL PAESE SI SPOSTA A DESTRA CON UNA COALIZIONE GUIDATA DAI LIBERAL-CONSERVATORI

Per due motivi i risultati delle elezioni politiche che si sono tenute domenica scorsa in Svezia e che hanno visto 7,8 milioni di aventi diritto chiamati a rinnovare i 349 seggi del Parlamento nazionale sono dirompenti.

Il primo motivo è che la differenza di voti fra la coalizione di centrosinistra e quella di centrodestra è attualmente di un solo punto percentuale (in termini assoluti si tratta di 50mila voti) e, fino a domani, non si potrà conoscere l’esito definitivo a causa del ritardo nel conteggio delle schede inviate per posta e provenienti dall’estero.

Il secondo motivo è che almeno un quinto del nuovo Riskdag, cioè il parlamento nazionale di Stoccolma, sarà costituito da rappresentanti del partito “sovranista”, i Democratici svedesi (SD), che rispetto alle ultime politiche del 2018 sono passati dal 17,5 al 20,7%, con un aumento di quasi il 20% dei suffragi. Tale circostanza sta inducendo non poca preoccupazione nella sinistra perché, con tutta probabilità, il movimento fondato nel 1988 da Jimmie Åkesson costituirà una vera e propria spina nel fianco per i socialdemocratici del primo ministro uscente Magdalena Andersson, ammesso e non concesso che il Governo sarà ancora una volta colorato di rosso. Il Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Svezia (S/SAP), infatti, ha raccolto domenica un non entusiasmante 30,5 per cento di voti. Per questo è già scattato il “soccorso” dell’Internazionale socialista che, alleata con la tecnocrazia dell’Ue, sta influenzando i grandi media europei spaventando l’opinione pubblica con le accuse a SD di essere espressione della destra radicale erede del partito neonazista e di compromettere quindi la presenza europea della Svezia del futuro.

Un altro risultato significativo delle urne di domenica è stato che i Democratici Svedesi sono riusciti a superare lo storico partito di centrodestra liberale guidato da Ulf Kristersson che, a causa del suo atteggiamento debole, in particolare nei confronti delle politiche immigrazioniste imposte dal Governo e dall’Ue, ha ottenuto solo il 19 per cento dei voti e, per poter guidare il Paese, avrà necessariamente bisogno dell’appoggio di Åkesson e dei suoi deputati.

In base ai risultati finora noti, il centrosinistra, che era dato inizialmente in vantaggio e godeva dell’appoggio di quasi tutti i grandi media, conterebbe al momento 173 parlamentari su 349, contro i 176 assegnati al centrodestra cui probabilmente toccherà come detto scegliere il prossimo capo di governo.

Ricordiamo a questo proposito che attualmente la Svezia è un Paese in grave crisi riguardo all’ordine pubblico. Basti un solo dato: gli omicidi con arma da fuoco sono aumentati in maniera esponenziale nel Paese. Nei primi 8 mesi del 2022, infatti, le persone così uccise sono state già 44, laddove in tutto il 2020 erano state 47.

Il risultato finale del voto di domenica è comunque ancora incerto, poiché la vittoria si baserà su poche migliaia di voti e, come detto, bisognerà attendere ancora 24 ore, come ha fatto sapere la commissione elettorale, incaricata di conteggiare i voti giunti via posta e quelli degli elettori all’estero.

Al di là del risultato che emergerà domani, è un fatto che l’ascesa dei Democratici Svedesi a secondo partito nazionale ha la portata di un terremoto politico, tanto più che la Svezia in poche occasioni è stato guidato da coalizioni di centrodestra. Un governo con i “sovranisti” come socio di maggioranza sarebbe quindi un cambiamento epocale che, probabilmente, avrà riflessi anche altrove in Europa.

Nei suoi 17 anni di vita politica, Jimmie Åkesson sta evidentemente capitalizzando la linea portante del suo partito, non d’impronta razzista (fin dal 2012 ha introdotto una politica di Tolleranza zero contro il razzismo) ma decisa nel voler restituire la Svezia agli svedesi (Keep Sweden Swedish). A cominciare dal logo, il giovane e intraprendente leader ha saputo svecchiare anzitutto il linguaggio e l’immagine dei Democratici Svedesi, sostituendo ad esempio le vecchie torce con i fiori e, naturalmente, assumendo anche provvedimenti sostanziali come l’esautoramento – in alcuni casi espulsione – di alcuni esponenti più radicali e l’adesione al Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR) attualmente presieduto da Giorgia Meloni.

Insomma, incentrando la campagna elettorale su temi quali l’immigrazione, la sovranità nazionale ed il ripristino di legge e ordine, i Democratici Svedesi hanno sottratto molti voti a socialdemocratici e liberali che hanno permesso agli immigrati islamici, anziché integrarsi di imporre il proprio stile di vita, concentrandosi solo sull’agenda pseudo-ambientalista, lgbt etc. La sinistra internazionalista, insomma, negli ultimi 80 anni ha devastato l’Europa ma, ora, sembra che la musica stia cambiando.

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