I “condannati alla morte” del Titanic ebbero il sostegno di tre coraggiosi preti cattolici
di Gian Piero Bonfanti
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UNA STORIA POCO CONOSCIUTA E DA NON DIMENTICARE
Chi non conosce quanto accaduto nella notte tra il 14 ed il 15 aprile del 1912? Chi di noi non ha mai visto il film sul naufragio del transatlantico Titanic? Quanti di noi hanno notato la scena nella pellicola del 1997 diretta da James Cameron in cui durante il naufragio appare un sacerdote (interpretato dall’attore James Lancaster) sul ponte della nave, contorniato da persone che pregano?
Chi ha avuto la possibilità di vedere la versione del film del 1953 non avrà visto la scena con i fedeli che recitano il Rosario poiché è stata addirittura tagliata, come se il ricordo di quanto realmente accaduto sul ponte di quella nave dovesse andare dimenticato.
Ebbene, accendiamo un piccolo riflettore sui fatti del Titanic e ricordiamo che tra i vari passeggeri del più grande e lussuoso bastimento del mondo vi erano anche tre preti cattolici.
Ricordiamo che durante il suo viaggio inaugurale da Southampton a New York, via Cherbourg e Queenstown il transatlantico ebbe una collisione con un iceberg alle 23:40 di domenica 14 aprile 1912, e che nel giro di poche ore il Titanic affondò portando con sé oltre 1500 persone che persero la vita. Solo 705 furono coloro che riuscirono a salvarsi, 6 dei quali furono recuperati dalle acque gelide dell’oceano.
Ciò che passarono i passeggeri, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, furono dei veri e propri momenti di panico ma, grazie al cielo, vi erano in mezzo a loro questi tre sacerdoti cattolici. Li vogliamo ricordare: Padre Thomas Byles (42 anni) dell’Inghilterra, Padre Josef Benedikt Peruschitz (41 anni) della Baviera, e Padre Juozas Montvila (27 anni) della Lituania. Tutti e tre sono morti sulla nave e nessuno dei loro corpi è stato recuperato.
Sempre secondo le testimonianze dei sopravvissuti, questi sacerdoti non solo lasciarono il posto a loro assegnato sulle scialuppe a favore di altre persone, ma fino alla fine continuarono a pregare insieme ai passeggeri, donando assoluzioni ed impartendo benedizioni.
Il più ricordato tra i tre è Padre Byles, descritto da Papa Pio X come un martire per la fede. Padre Byles lo si ricorda con la mano alzata e, grazie alla recita del Rosario, riuscì a mantenere calmi tutti coloro che compresero l’importanza di pregare per l’ultima volta insieme al sacerdote.
Padre Thomas Byles
Secondo una significativa testimonianza, “quando l’agitazione divenne spavento, tutti i cattolici a bordo desideravano l’assistenza dei sacerdoti con il più grande fervore. I sacerdoti hanno incoraggiato i ‘condannati a morte’ a recitare atti di contrizione e a prepararsi per incontrare il volto di Dio. Hanno guidato il Rosario e vari hanno partecipato. Il suono della recita irritava alcuni passeggeri, altri ridicolizzavano coloro che pregavano e iniziavano una danza ad anello intorno a loro. I sacerdoti erano impegnati continuamente impartendo l’assoluzione generale a coloro che stavano per morire. Alcune donne si rifiutarono di essere separate dai loro mariti, preferendo morire con loro. Infine, quando non erano rimaste più donne, alcuni uomini sono stati ammessi nelle barche”.
Una storia toccante quella di questi martiri eroi, che è stata dimenticata volutamente. Io stesso ne sono venuto a conoscenza grazie ad un suggerimento prezioso di un grande sacerdote, Padre Bruno de Cristofaro, senza il quale probabilmente non avrei mai approfondito il tema.
E’ importante conoscere i grandi uomini del passato, anche quelli le cui storie non ci vengono insegnate a scuola, per poter apprezzare il nostro presente ed avere speranza nel futuro.