Una chiesa, frutto della meravigliosa esperienza francescana, da visitare

Una chiesa, frutto della meravigliosa esperienza francescana, da visitare

di Paola Liberotti

LA MADONNA DELLE GRAZIE A SASSOFERRATO (AN)

A Sassoferrato, l’antica Sentinum romana, che vanta tuttora un centro storico medievale ben conservato, nel cuore delle Marche e a pochi chilometri dal confine con l’Umbria, dal 1253 è presente una Comunità di “Sorelle Povere”: è il Monastero di Santa Chiara, fondato in seguito a quel vasto movimento religioso femminile che si diffuse in tutta Europa nel XIII secolo, frutto della meravigliosa esperienza francescana. La chiesa ivi annessa custodisce due importanti opere pittoriche: la “Vergine orante, Mater dolorosa” e l’”Annunciazione” di Giovan Battista Salvi, il pittore del Seicento universalmente conosciuto come il Sassoferrato.

Ma entriamo ora nella cappella a destra, dove si trova il piccolo Santuario con la venerata effigie della Madonna con il Bambino. La sua storia risale al XVIII secolo, quando Suor Chiara Maria, favorita dal dono di apparizioni e colloqui con la Santa Vergine, ne onorava un’immagine esposta in un loggiato del monastero. Desiderando che l’olio della lampada ardesse giorno e notte, la suora si rivolse alla Madre di Dio: fu così che l’ampolla si riempì, e il prodigio continuò per quindici giorni. Quando si scoprì che l’olio aveva effetti curativi, la notizia si diffuse rapidamente e i malati che accorrevano ne sperimentarono l’efficacia miracolosa.

Una notte la Madonna chiese alla clarissa di costruire una cappella a lei dedicata, e le assicurò aiuto e protezione per il monastero e per quanti l’avrebbero invocata: fin dall’inizio, quindi, i fedeli Le tributarono il titolo di “Madonna delle Grazie”. Un giorno giunse il devoto Marchese Giovanni Battista Ercolani, il quale si prese a cuore l’edificazione del santuario, inaugurato il 28 giugno 1752. Due secoli più tardi, in segno di riconoscenza a Maria per la fine della guerra, le suore anticiparono il secondo centenario dell’inaugurazione al 1947: fu così che l’Immagine della Vergine fu portata in processione. Nel 1950 infine, Anno Giubilare, la sacra effigie fu decorata con una corona d’oro, che la dichiarava Regina di Sassoferrato.

E ancora oggi, lontani dai tumulti di questo mondo sempre più caotico, è emozionante raccogliersi in preghiera davanti a Lei, la protettrice di Sassoferrato e Mediatrice di tutte le Grazie, che mai abbandona i suoi figli nell’ora della prova, Suprema Vincitrice contro le tenebre del male.

* Legio Mariae – Roma

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