I cileni respingono la Costituzione femminista, Lgbt, abortista ed eutanasica

I cileni respingono la Costituzione femminista, Lgbt, abortista ed eutanasica

di Angelica La Rosa

MILIONI DI CILENI, IN CONTRASTO CON L’INTERO APPARATO ISTITUZIONALE DI SINISTRA, HANNO VOTATO PER RESPINGERE LA BOZZA DELLA MOSTRUOSA COSTITUZIONE PROPOSTA DA GABRIEL BORIC FONT

I cileni hanno respinto in modo schiacciante la bozza di Costituzione che voleva traghettare il paese in una deriva “femminista ed Lgbt”.

Nemmeno i più ottimisti sondaggi precedenti il rigetto della bozza di Costituzione avevano indicato un risultato così chiaro. Più del 60% dei votanti (più di 7,8 milioni di voti) ha bocciato la proposta di una nuova Costituzione, con circa 24 punti di scarto rispetto ai fautori dell’approvazione (si sono registrati quasi 2 milioni di voti di scarto tra i contrari e i favorevoli).

Augusto Pinochet in una foto ufficiale del “Ministerio de Relaciones Exteriores de Chile”

 

Così i cittadini del paese andino hanno deciso, a stragrande maggioranza, che la Costituzione redatta su mandato del generale Pinochet deve restare in vigore. Infatti, la costituzione del 1980, sebbene riformata decine di volte, è stata approvata con il 67,04% dei voti, un vero e proprio plebiscito, se si considera che il Cile è governato da Gabriel Boric Font che guida un governo di estrema sinistra che controlla l’informazione.

Ironia della sorte, la batosta per i sinistri al governo si è verificata in una data particolarmente significativa. I cileni, infatti, sono stati convocati alle urne in occasione del 70° anniversario delle elezioni presidenziali del 4 settembre 1952, in cui apparve per la prima volta Salvador Allende.

 

Salvador Allende in una foto della Biblioteca del Congreso Nacional de Chile

 

La bocciatura alla Costituzione femminista ed Lgbt si è avuto in tutte le regioni del paese, compresi tutti i capoluoghi di provincia e perfino nelle roccaforti di estrema sinistra dell’attuale presidente Gabriel Boric Font.. Ma nonostante la sonora sconfitta il presidente Boric ha annunciato di ripartire da zero con un nuovo testo, pur avendo ottenuto solo poco più del 38% dei voti (nel Plebiscito del 1988 Pinochet aveva perso ottenendo per la sua riforma il 57% dei voti e si era dimesso).

A prescindere dagli aspetti politici (separazione diffusa dei poteri), dell’organizzazione territoriale (plurinazionalità) o dell’uguaglianza davanti alla legge, ci sono aspetti della proposta di costituzione appena bocciata che la rendevano un obbrobrio per i cristiani: l’aborto, l’eutanasia, l’ideologia di genere e i limiti alla libertà d’educazione da parte dei genitori.

Come ha sottolineato il vescovo Juan Ignacio González Errázuriz c’erano alcuni contenuti “direttamente contrari all’insegnamento cristiano, come l’introduzione dell’aborto o dell’interruzione della gravidanza (art. 61.2), la morte dignitosa (art. 68), che avrebbe comportato l’approvazione dell’eutanasia. In molti altri articoli venivano ignorati i diritti essenziali dei genitori, come quello che hanno riguardo all’educazione dei loro figli. Si voleva imporre una concezione della sessualità contraria all’insegnamento della fede cristiana (art. 40). Non veniva considerato il diritto all’obiezione di coscienza, specie nel caso dell’aborto, e veniva introdotta una visione erronea e unica dell’uomo e della donna, basata sull’ideologia di genere, che è anticristiana“.

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