Come si comporteranno gli italiani alle urne il 25 settembre?

Come si comporteranno gli italiani alle urne il 25 settembre?

di Gian Piero Bonfanti

LA LOTTA CONTRO IL MALE VA CONDOTTA ANCHE RECANDOSI ALLE URNE…

Come si comporteranno gli italiani alle urne il 25 settembre prossimo? Mai come oggi questa domanda provoca tribolazioni interne, mai come oggi la scelta ci appare davvero ardua.

Veniamo da un contesto complicato, da un periodo di rinunce e di privazioni di libertà, da anni di compromessi politici e tradimenti da parte di coloro in cui abbiamo riposto la nostra fiducia ed abbiamo eletto. Tutte situazioni che hanno causato un distacco dell’interesse pubblico dalla politica e dalla società in generale. Ci hanno rinchiuso nelle nostre case e ci hanno fatto credere che nulla cambierà, isolandoci nei nostri nuclei famigliari. Le stesse famiglie che oggi sono attaccate da coloro che governano il mondo per la loro avidità di potere. Oramai non è più una questione di danaro. Si tratta proprio di una bramosia di potere. D’altronde chi voleva arricchirsi ha già avuto la possibilità di farlo.

Oggi la posta in gioco è molto più alta ed anche quello che abbiamo da perdere ha molto più valore: si tratta della libertà. Chi ha fede ed ha una visione verticale può ricondurre questo periodo ad un contesto preternaturale, un piano diabolico. Oggi abbiamo una certezza: queste elezioni servono per combattere il male. Ma analizziamo il panorama politico che ci si prospetta davanti.

Abbiamo un’area progressista, pronta a far approvare una serie di leggi che riguardano l’eutanasia, gender nelle scuole, matrimoni egualitari (modificando ciò che oggi viene già regolato dalle unioni civili volute da Monica Cirinnà), adozioni per coppie omosessuali, cannabis libera e, dulcis in fundo, asili nido gratuiti ed obbligatori proprio per iniziare un bel percorso di indottrinamento e rieducazione sin dai primi anni di età.

Abbiamo poi un secondo schieramento, ovvero il fronte di centro destra. Un insieme di persone non sempre eleggibili, grazie anche ai tradimenti ed i compromessi di cui sopra. Un fronte che nel recente passato, a causa della ricerca disperata di numeri per poter governare, ha dovuto fare accordi ed alleanze improponibili. Un grosso guaio per questa coalizione che ha disilluso una grande fetta degli elettori.

Poi esiste una costellazione di partitini e partitucoli, in cerca disperata di consensi con l’obiettivo di raggiungere l’arduo sbarramento del 3%. I loro programmi elettorali sono accattivanti, in alcuni casi non si potrebbe chiedere di meglio. Ma, ammesso il fatto che qualcuno di loro possa raggiungere la soglia di sbarramento, quanti deputati potrebbero entrare in parlamento? Quanto sarebbero influenti? In un tavolo di accordi di Governo inoltre dovrebbero accettare i programmi della coalizione che supporterebbero, tradendo a loro volta i propositi della campagna elettorale. Da qui la convinzione che questi programmi siano in sintesi “aria fritta”. E nel caso probabile che molti di loro non raggiungano la soglia minima, i loro voti andrebbero a favore dei loro stessi antagonisti, essendo sottratti dallo stesso pozzo dei loro possibili alleati. Oltre al danno ci sarebbe quindi la beffa.

C’è un’altra opzione, quella cioè di astenersi dal voto. Una soluzione pilatesca che comunque favorirebbe coloro che hanno maggior interesse ad una minor affluenza alle urne. Purtroppo il “partito degli astensionisti” è negli ultimi tre decenni quello che vince sempre le elezioni, nel senso che la percentuale di coloro che non si recano alle urne risulta maggiore rispetto a quella dei partiti che effettivamente vanno al Governo. Molti giustificheranno la loro rinuncia al voto come una forma di protesta, altri ad un disinteressamento, altri perché non hanno tempo per “queste cose”… altri per un problema di “coscienza”. Eppure la possibilità di esprimersi democraticamente è stata guadagnata col sangue dei nostri nonni e, quindi, rinunciare a quello che realmente si può definire un diritto/dovere è da considerarsi un peccato, almeno dal punto di vista civico…

Ma allora, tornando alla domanda iniziale: come comportarsi alle urne? La soluzione al quesito può essere solo personale, ma di sicuro la risposta deve essere ricercata nella volontà di non far vincere il male. In qualsiasi caso in queste elezioni ci sarà chi perderà, ci sarà chi vincerà grazie ad accordi con alleati improponibili, ci sarà chi continuerà a dire che nulla cambierà, ci saranno coloro che hanno speso anima e corpo in una campagna politica inutile e che resteranno con l’amaro in bocca, ci saranno coloro che non vorranno esprimersi ma poi si lamenteranno per non aver partecipato. Un solo unico obiettivo ci deve accomunare: inferi non praevalebunt!

 

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