Continua l’impegno per la “cultura della morte” di Chiara Ferragni, ma sui figli altrui…

Continua l’impegno per la “cultura della morte” di Chiara Ferragni, ma sui figli altrui…

di Angelica La Rosa

CHIARA FERRAGNI DIFFONDE FAKE NEWS: IN ITALIA LA LEGGE 194/78 È INAPPLICATA NELLA PARTE RELATIVA AI SOSTEGNI ALLA MATERNITÀ. L’INFLUENCER, IN REALTÀ, VUOLE ATTACCARE IL DIRITTO ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA DEI MEDICI CHE RESTANO FEDELI ALLA LORO VOCAZIONE E NON ACCETTANO DI DIVENTARE ASSASSINI DI BAMBINI NEL GREMBO MATERNO

Chiara Ferragni, attraverso una sua recente storia su Instagram, si schierata ancora una volta a favore della “cultura della morte”, ovvero l’aborto, attaccando direttamente Fratelli d’Italia, anche se attraverso una fake news.

L’influencer che usa il suo corpo sui social per fare soldi, questa volta ha condiviso un’immagine dell’account del sito di informazione “Vice” su cui si legge: ”Fdi ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni”. Ad accompagnare l’immagine, il commento della stessa Ferragni che scrive: ”Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano”.

Purtroppo non è vero che le Marche praticamente non permettano di uccidere i bimbi nel grembo. Isabella Rauti, responsabile del dipartimento famiglia di Fdi, e l’esponente pro vita Eugenia Roccella, candidata nelle liste di Fratelli d’Italia, hanno fatto sapere che “nelle Marche l’offerta del cosiddetto servizio di Interruzione volontaria di gravidanza è di gran lunga superiore a quella nazionale: le interruzioni volontarie di gravidanza, possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie mentre la media italiana è del 62%“.

Per quanto riguarda, invece, la pillola abortiva Ru486 (che non viene somministrata nei consultori marchigiani) le esponenti di Fdi sostengono che quello farmacologico sia “un aborto più economico per il servizio sanitario ma più pericoloso per la salute delle donne, considerati i numerosi effetti collaterali e una mortalità più alta, come emerge dalla letteratura scientifica in materia”. Secondo FdI inoltre “le linee guida del Ministero non sono vincolanti” e “quelle attuali, emanate dal ministro Speranza, non rispettano la stessa legge 194, quando prevedono che l’aborto possa essere effettuato nei consultori ovvero fuori dalle strutture ospedaliere”.

Sulla polemica, basata sul falso, lanciata sui social da Chiara Ferragni, è intervenuto anche il professor Massimo Gandolfini, leader del Family Day.

La Ferragni diffonde fake news e parla di temi che non conosce. Da medico posso dire che ad oggi la 194 è applicata in tutto il territorio nazionale per quanto riguarda l’interruzione volontaria della gravidanza. Non c’è donna che non sia riuscita ad abortire, i medici obiettori non costituiscono alcun ostacolo e se si considerano gli aborti farmacologici fai da te e il boom di vendite pillole abortive il drammatico scarto dei bambini non voluti è persino aumentato“, ha dichiarato Gandolfini.

Caso mai quella che resta inapplicata è la parte della 194 tesa a prevenire in tutti i modi, tramite i consultori, che la donna scelga per la morte e non per la vita. Non vengono eliminati gli ostacoli che impediscono ad una donna di portare a termine una gravidanza difficile, come prescrive chiaramente la legge. Molte donne, specialmente immigrate, non conoscono la possibilità del parto in anonimato. Tante donne sono lasciate sole e senza sostegni economici e morali. Ci auspichiamo che la regione Marche lavori in questa direzione e che lo faccia anche il governo che uscirà dalle urne perché l’Italia, che conta il tasso di natalità più basso d’Europa, ha bisogno di politiche per la vita e non di seguire i mortiferi slogan di influencer miliardari che parlano senza cognizione di causa“, ha concluso Gandolfini.

Anche il portavoce dell’associazione Pro Vita & Famiglia Jacopo Coghe ha criticato l’utilizzo che la Ferragni sta facendo dei suoi canali social “per diffondere fake news sulla possibilità di abortire nelle Marche col solo scopo di attaccare il diritto all’obiezione di coscienza dei medici che restano fedeli alla loro professione e vocazione, ovvero promuovere la vita e non sopprimerla. Non esiste un solo caso di donna marchigiana che, purtroppo, non abbia potuto sopprimere il figlio che portava in grembo e sia stata invece ‘costretta’ a partorire. Migliaia sono invece le donne che si sentono costrette ad abortire per mancanza di sostegni materiali e morali, mentre vorrebbero portare avanti la gravidanza e dare alla luce la vita che custodiscono. Un problema che la multimilionaria Chiara Ferragni evidentemente non prende minimamente in considerazione, mentre si tratta dell’unica vera discriminazione in corso in Italia“.

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Non ci si può aspettare granché dalla Ferragni e da tutte le donne pro aborto se monsignor Vincenzo Paglia, responsabile dell’Accademia per la vita dice,
Intervistato su RAI2, che la Legge 194 è “un pilastro per la società”.