Vigilare per non perdere la salvezza della nostra anima
di don Ruggero Gorletti
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COMMENTO AL VANGELO DI GIOVEDÌ 25 AGOSTO 2022
Dal vangelo secondo san Matteo (24, 42-51)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
COMMENTO
Vigilate. State attenti. Il Signore lo ripete più volte in questo brano. State attenti a cosa? A farci trovare pronti per il ritorno del Signore. Questo brano non si dilunga a sottolineare le malvagità commesse dagli uomini, quanto piuttosto mette in guardia dall’atteggiamento disinvolto di chi vive la propria vita senza pensare che dopo la nostra morte ci sarà un domani. Non si accusa nessuno di chissà quali nefandezze, ma mette in guardia dall’atteggiamento rischioso di chi vive pensando che Dio non esista, o che, se anche esiste, non tornerà a giudicarci. E se ci invita con tanta insistenza a vigilare, a stare attenti, è perché il rischio c’è. Il rischio di perdere la felicità eterna del paradiso e di dannarci nel dolore dell’inferno: «Là sarà pianto e stridore di denti». Prestiamo fede a queste parole del Signore. Non ce le ha dette (e ripetute con tanta insistenza) per spaventarci, ma per metterci in guardia, per aiutarci a non perdere ciò che abbiamo di più prezioso: la salvezza della nostra anima nella felicità piena ed eterna del paradiso.