L’amore religioso per la giustizia di Ignazio Silone
di Giuseppe Brienza
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NELL’ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI IGNAZIO SILONE (1900-1978) SI CHIUDE OGGI A PESCÌNA DEI MARSI (L’AQUILA) LA XXV EDIZIONE DEL “PREMIO INTERNAZIONALE SILONE”
Il 22 agosto di 44 anni fa moriva a Ginevra lo scrittore, giornalista, politico, saggista e drammaturgo Ignazio Silone (1900-1978). Annoverato tra gli intellettuali italiani più conosciuti e letti in Europa e nel mondo, il suo romanzo più celebre, Fontamara (1933), ha formato generazioni di lettori per la toccante denuncia della condizione di povertà e oppressione sociale in cui versavano ancora nel primo Novecento le classi contadine e per quell’«amore religioso per la giustizia» che l’ha sempre connotato, secondo la fortunata espressione del gesuita Alessandro Scurani (1927-1999) (cfr. Ignazio Silone: un amore religioso per la giustizia, Edizioni Letture, Milano 1991).
Dopo che nel mese di luglio è stata dedicata allo scrittore abruzzese una tre giorni di convegni e incontri fra Pescina (sua città natale) e Zurigo (Un cuore incorrotto. Silone l’uomo) esce finalmente in questi giorni il libro degli Atti del seminario Zurigo per Silone 2020. A 120 anni dalla nascita (a cura di Stefano Bragato e Tatiana Crivelli, Tragelaphos ed., Zurigo 2022) organizzato dall’Università elvetica per ricordare e rilanciare la “statura europea” della sua opera.
Proprio oggi si conclude anche la 25ma edizione del Premio Internazionale Ignazio Silone, con la presenza del Presidente della Giunta Regionale dell’Abruzzo Marco Marsilio e la premiazione del direttore del quotidiano Avvenire Marco Tarquinio, «per il suo lodevole impegno, accanto al Santo Padre, sui temi siloniani della pace, giustizia e convivenza pacifica dei popoli, contro tutte le guerre e le forme d’oppressione delle libertà fondamentali, tra cui quella d’espressione del dissenso».