La forza della religione cattolica sta tutta nella fedeltà di Dio alle Sue promesse
di Padre Giuseppe Tagliareni*
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IO SARÒ IL LORO DIO ED ESSI SARANNO IL MIO POPOLO
«In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Le genti sapranno che io sono il Signore che santifico Israele quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre» (Ez 37,27-28). Il profeta Ezechiele visse la fine di Gerusalemme dopo l’assedio di Nabucodonosor e la deportazione in Babilonia. Durante l’esilio gli fu mostrato da Dio un futuro meraviglioso, incentrato sulla ricostruzione del tempio a Gerusalemme, simbolo della presenza di Dio in mezzo al suo popolo, dal cui altare scaturisce un’acqua salutare, che dovunque arriva porta vita, fecondità e salute (cfr. Ez 47,1-12). Questa profezia troverà la sua realizzazione nella Chiesa, nuovo popolo di Dio, che nel suo seno ha il santuario, il tabernacolo santo del Dio-con-noi, Gesù Cristo.
Da qui scaturisce la grazia e la misericordia che dà vita e salute a tutti e a tutto. Ma la vicenda d’Israele col suo esilio in Babilonia rispecchia le condizioni attuali della Chiesa, che rischia di perdere la sua santità, donata dal divino suo fondatore. E in particolare: – la santità del tempio, fatto per segnare il posto dove Dio scende in mezzo a noi e ci fa grazia. Viene profanato dalla mancanza di rispetto del sacro. La casa di Dio può diventare un luogo di semplice aggregazione sociale, di esibizione, di teatro, di set cinematografico, “una spelonca di ladri” (Mt 21,13), che merita la frusta divina; – la santità del sacerdozio, fatto per mettere in rapporto gli uomini con Dio, offrire sacrifici e spandere benedizioni. Viene profanato dall’attaccamento al denaro, dall’ambizione, dalla corruzione del clero (rifiuto del celibato, pedofilia, imborghesimento, etc.), dalla collusione con la politica e con i potenti, dalla paura; – la santità del culto, fatto per dare gloria a Dio riconosciuto come unico Signore di tutti e fonte di ogni bene. Viene profanato dall’idolatria: culto dato a ciò che non è Dio, gli idoli di vanità, l’esibizione, l’autocelebrazione, i riti solo esteriori, la partecipazione senza edificazione; – la santità del popolo di Dio, eletto per testimoniare la santità davanti a tutti i popoli. Viene profanato dall’idolatria e dalla corruzione dei costumi. Pullulano gli stessi idoli come nei popoli pagani: il denaro e il lusso, il potere e la prevaricazione, il piacere e il vizio, la moda e la vanità, la perversione e le sette fino al satanismo.
La perdita della santità in questi quattro ambiti è la causa prima della corruzione sia dei costumi (immoralità), sia della famiglia (separazioni, divorzi, aborti), sia della società (ingiustizie, menzogne, violenze). Sono questi come i quattro punti cardinali. Se si smarriscono, tutto crolla. Per evitare l’irreparabile rovina, bisogna ritornare alle origini, ritrovare la via giusta per la riforma della società in tutti i suoi assetti. L’aspetto più decisivo e urgente è quello religioso, quello cioè che riguarda il nostro rapporto con Dio, sia come singoli, sia come coppia, sia come famiglia, sia come istituzioni, sia come società, pur nella prospettiva della globalità di un mondo che va verso l’unità.
Poiché è Dio solo l’Autore della vita e Satana è il devastatore, bisogna allontanarsi urgentemente da costui e ritornare con tutto il cuore a Dio uno e trino. Per questo è stato mandato Gesù: Egli è il Figlio di Dio fatto uomo, che vince il peccato, la morte e Satana e ci riporta a Dio. Egli vive nella Chiesa da Lui istituita e dotata di tutti i mezzi di salvezza: il Vangelo, i Sacramenti, il Sacrificio della nuova ed eterna Alleanza, il Sacerdozio. La Chiesa è santa, ma poiché la sua parte umana è peccatrice, ha continuo bisogno di conversione, di riforma, come la storia dimostra. Gli ambiti di questa riforma sono: il cuore, la coppia, la famiglia, le istituzioni, la società e prima ancora, il sacerdozio, il culto, il tempio.
Vediamo in particolare:
Il cuore: è l’intimo della persona, la sede della sua coscienza e delle sue decisioni. Qui deve regnare l’amore a Dio più che ad ogni altra cosa, la Sua presenza viva e la luce della Sua Parola. L’uomo che non ha né amore né timore di Dio è capace di qualunque delitto. Chi gonfia troppo il proprio io, espelle Dio dal suo cuore e diventa un idolo vano e pericoloso, sempre in cerca di vanagloria. Bisogna aprirsi a Dio, riconoscerlo come fonte della vita e imparare a cercare la Sua volontà.
La coppia uomo-donna: è la società primordiale che dà pienezza di umanità, se si mantiene nel giusto rapporto di amore reciproco, fedeltà e rispetto. L’uomo deve evitare la logica della sopraffazione che rende schiava la donna; la donna deve evitare la logica della seduzione, che rende l’uomo uno zimbello. Solo Cristo con la grazia del Sacramento (Matrimonio) e con la luce del Vangelo dà l’assetto giusto alla coppia e all’amore nuziale, secondo il progetto del Creatore.
La famiglia: è la cellula-base della società e della Chiesa, fondata sul matrimonio monogamico tra uomo e donna, stabile e indissolubile. Qui si viene alla vita e si cresce in umanità: la coscienza di sé, l’apertura agli altri, il rispetto dei genitori e delle regole, l’amore all’ordine e al lavoro, la collaborazione, gli ideali di vita. La peste della famiglia è la divisione, la mancanza di amore, il vivere come se Dio non ci fosse, la perdita del culto domenicale, l’allontanamento dalla Chiesa.
Le istituzioni: sono i corpi intermedi dettati dalla Costituzione o creati da libere associazioni di persone con uno statuto pubblico e riconosciuto. Devono svilupparsi e agire in conformità al dettato di origine, avendo di mira il bene comune di tutta la società. Guai se prevale l’interesse di parte, la volontà di dominio assoluto, lo strapotere, la lotta intestina, la concorrenza cieca e letale che mira ad abbattere altre legittime realtà sociali. Se un regno è diviso in se stesso, non potrà sussistere e una casa crolla sull’altra.
Il sacerdozio: dev’essere “santo” più di tutti, per la sua vicinanza al Santo. È intermediario tra Dio e l’uomo ed è abilitato al culto: per offrire a Dio i sacrifici richiesti e per santificare gli uomini con la predicazione della Parola di Dio, la celebrazione dei Sacramenti e la correzione dei costumi. Il sacerdote, anche nel tratto e nell’abito deve distinguersi come persona sacra, datasi a Dio e rivestita della Sua santa unzione e autorità.
Il culto: il culto autentico è quello “in spirito e verità” (Gv 4,24) come dice Gesù, riprendendo tutti i profeti. Il massimo culto è il sacrificio di sé da unire a quello di Cristo in croce. Questo si realizza ogni volta che si celebra la Santa Messa e ci si accosta degnamente all’Eucaristia. Da qui scaturiscono tutte le grazie e l’energia per rinnovare il mondo e vincere il male che sempre più si diffonde, deturpando tutto.
Il tempio: è la chiesa come luogo di culto, specie del culto domenicale. In esso deve risuonare la divina liturgia della Messa, a gloria di Dio e a beneficio dei fedeli. Qui si viene per incontrarsi con Dio e per riconoscersi Suoi fedeli e servitori. Da qui scaturiscono le acque salutari che risanano il mondo: sono le acque della Parola di Dio, dei Sacramenti, della consolazione dello Spirito Santo.
La forza della religione cristiana sta tutta nella fedeltà di Dio alle Sue promesse: «In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo» (Ez 37,27). Gesù, Verbo fatto carne, è Dio che ha preso l’umanità e non può più separarsene. Fattosi Ostia, Egli si offre ogni giorno a Dio per tutta l’umanità e rimane nel santo Tabernacolo per concedere favori e grazie ai suoi adoratori. Egli sta permettendo un grande sconquasso nella Chiesa e nel mondo, perché tutto ciò che deve cadere cada e la Chiesa sia purificata e rinnovata interamente, come fu dopo l’esilio di Babilonia per il vecchio Israele.
Maria Santissima è la profetessa dei tempi nuovi, come si vede ormai chiaramente dopo le apparizioni di Lourdes (1858), Fatima (1917), Medjugorje (1981-2011), per citare solo le maggiori. Un’alba nuova presto sorge sul mondo. La prima a rinnovarsi sarà la Chiesa. Poi sarà la volta della società. Ma il rinnovamento non sarà indolore. Un parto doloroso si avvicina (cfr. 1 Tes 5,3) .
* Padre Giuseppe Tagliareni
(29 luglio 1943 – 25 gennaio 2022),
è il fondatore dell’Opera della Divina Consolazione