Il vescovo Oster: “la crisi di fede non si risolverà con i sinodi”

Il vescovo Oster: “la crisi di fede non si risolverà con i sinodi”

di Angelica La Rosa

IL VESCOVO DI PASSAU ASSICURA CHE LE PROPOSTE SINODALI TEDESCHE NON SONO UNA LEGITTIMA EVOLUZIONE DOTTRINALE MA PIUTTOSTO UNA ROTTURA

Il vescovo di Passau, Stefan Oster, teme che la crisi di fede nella Chiesa in Germania non solo non si risolverà con mezzi sinodali, ma, al contrario, peggiorerà. Il prelato avverte che le proposte sinodali non sono uno sviluppo della dottrina cattolica ma “qualcosa di essenzialmente diverso”, “una rottura”.

In un articolo per il numero attuale della rivista cattolica internazionale “Communio”, Mons. Oster esprime una chiara critica alle modalità e ai contenuti del processo di riforma. Per il vescovo le risoluzioni che vogliono “riformulare” le dottrine “non sono semplicemente un ulteriore sviluppo”, come vogliono vederlo alcuni vescovi, ma piuttosto una “rottura”. Non sono “aggiunte graduali alla dottrina esistente” ma “qualcosa di essenzialmente diverso. E poiché si tratta di questioni antropologiche fondamentali, una diversa ecclesiologia deriva logicamente dall’antropologia e, naturalmente, collegata a questa, ad esempio, una diversa dottrina della grazia e della salvezza”, ha affermato Oster.

Insomma, le decisioni assunte nei quattro fori sinodali sono direttamente o indirettamente legate alla sessualità o al rapporto dei sessi tra loro e, pertanto, corrono il rischio di “toccare la costituzione sacramentale della Chiesa o, almeno, di indebolirla a lungo termine”. Per il vescovo nei testi e nelle riflessioni del Cammino sinodale finora disponibili, manca in larga misura la “formulazione di una rivendicazione del Dio realmente presente. Si parla sempre di conversione, ma è una sorta di conversione delle strutture della Chiesa”. “Laddove la fede, la conoscenza e l’esperienza della presenza reale di Dio nella sua Chiesa si indeboliscono”, ha spiegato il vescovo, “il fattore reale della sua attrazione finisce per diminuire”.

Se le decisioni del Cammino sinodale richiedono la benedizione “in generale per tutte le possibili ‘coppie che si amano’ e che vogliono la benedizione” allora, secondo Oster, “non resta molto neppure della chiamata biblica alla conversione, all’integrazione, alla partecipazione alla nuova vita in Cristo”. Che cos’è l’amore, e quali forme di amore hanno bisogno di essere purificate, può essere compreso dai cristiani solo, ha spiegato Oster, “dall’amore crocifisso, dalla consegna al momento delle nozze, che è il cuore della nuova alleanza”.

Quanto alla struttura del Cammino sinodale, Oster dubita che la composizione dell’Assemblea Plenaria “corrisponda anche alle effettive proporzioni maggioritarie, ad esempio, tra i cattolici in Germania che “partecipano alla vita ecclesiastica in maniera ragionevolmente regolare”. “La questione della rappresentanza è, in ogni caso, seria, dal momento che esiste una minoranza conservatrice all’interno del cattolicesimo in Germania, che non è facile valutare in termini numerici, e che regolarmente, e ad alta voce, si allontana dal Comitato Centrale e nega la sua pretesa di rappresentarli come laici nella Chiesa in Germania”.

Per la minoranza conservatrice nell’assemblea sinodale, sono prevalse “condizioni esterne intimidatorie” a causa della pubblicità delle riunioni sinodali, che, secondo Oster, è stata utilizzata strategicamente per aumentare la pressione. Ciò contraddice la comprensione sinodale di papa Francesco, il quale ritiene che gli spazi protetti per il discernimento degli spiriti siano un prerequisito della sinodalità: “Lo ‘spazio protetto’ sottolineato e ritenuto necessario da papa Francesco non si è verificato affatto nell’assemblea sinodale”. I rappresentanti delle minoranze nei forum sinodali si sono sentiti esclusi dal dibattito “perché a un certo momento le bozze del testo di base hanno preso una decisione di fondo in una certa direzione”.

 

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