L’Assunzione di Maria, la Donna perfettamente salvata in anima e corpo

L’Assunzione di Maria, la Donna perfettamente salvata in anima e corpo

di Anna Tortora

COME UNA DONNA AVEVA CONTRIBUITO A DARE LA MORTE, COSÌ UNA DONNA, PRESERVATA DAL PECCATO ORIGINALE, HA CONTRIBUITO CON IL FIGLIO A RIDONARE LA VITA

L’Assunzione è il coronamento di tutti gli altri privilegi di Maria. È intimamente legata ad essi. Come ha spiegato il teologo Luigi Melotti “questa glorificazione di Maria, dopo il suo pellegrinaggio terrestre, è come l’ultimo frutto che si poteva cogliere, se ci si guarda da vicino, dal privilegio dell’Immacolata Concezione. Alla salvezza perfetta del primo istante corrisponde la salvezza perfetta al termine della vita: Maria salvata fino alla perfezione ultima, con la glorificazione della sua anima e del suo corpo“.

Circa l’Assunzione di Maria è importante distinguere bene il contenuto del dogma, cioè la glorificazione immediata di Maria in anima e corpo, dal modo di questa glorificazione.

Maria è stata glorificata al termine del suo pellegrinaggio terrestre: ecco il dogma. Ma come è passata allo stato di gloria? Maria è morta o no? La questione è ancora aperta. I più propendono per il sì, e sono i cosiddetti moralisti, ma c’è anche chi propende per il no: si tratta dei cosiddetti immoralisti“, ricorda Melotti.

La dissociazione tra glorificazione e morte, come due credenze fondate in modo disuguale nella Tradizione fu proposta poco tempo prima della definizione solenne del 1950.

Nel 1949 P. Jugie affermava perfettamente accettabile l’opinione recente di quei teologi secondo i quali il Magistero della Chiesa potrebbe definire la dottrina dell’Assunzione, compresa unicamente come la glorificazione in corpo e anima di Maria nella sua partenza da questa terra, “senza pronunciarsi sul fatto della morte, che rimarrebbe allo stato di sentenza pia, finché non la si potesse stabilire in maniera certa come un fatto positivamente rivelato o come un fatto dogmatico in connessione necessaria con una verità rivelata già definita“.

Sembra proprio che nessun testo della Scrittura contemplo direttamente il dogma dell’Assunzione.
La Costituzione Munificentissimus Deus di Pio XII non cita nessun testo scritturistico in forma diretta. Eppure, essa afferma che questo dogma trova il suo primo fondamento nella Bibbia. A quale titolo?

Perché la Scrittura, in modo generale, presenta un’unione molto intima tra Cristo e la Madre sua, e una comunanza di sorte molto stretta “per cui sembra quasi impossibile figurarsi che, dopo questa vita, possa essere separata da Cristo – non diciamo con l’anima, ma neppure col corpo – colei che lo concepì, lo diede alla luce, lo nutrì col suo latte, lo portò fra le braccia e lo strinse al petto” (Pio XII, Munificentissimus Deus).

Inoltre con Jean Galot S.I. si potrebbe aggiungere, per allargare la base scritturistica dell’argomento, “che questa unione non è soltanto implicata nel racconto evangelico dell’infanzia, ma che appare nei passi di San Giovanni riguardanti l’intervento di Maria a Cana, e più ancora, la sua presenza sul Calvario. Questi passi insinuano che l’unione della Madre con suo Figlio non si limita alla vita nascostamente, ma si prolunga nella vita pubblica, quantunque sotto un’altra forma: Maria si rivela unita a Cristo nella sua missione redentrice” (Maria, vol. 7, Beauchesne, Parigi 1964, p.161).

La Costituzione si riferisce anche ad un altro testo, il Protovangelo, richiamandosi alla tradizione patristica della Nuova Eva che lotta e riporta la vittoria.

Infine, Pio XII ricorre alla dottrina paolina per determinare la natura di questa vittoria, “una vittoria sul peccato e sulla morte. È per questo motivo che nella Messa della vigilia dell’Assunzione si legge come seconda lettura 1 Cor 15, 54 – 57, e nella messa del giorno, 1 Cor 15, 20 – 26” (Luigi Melotti). Non esiste, dunque una dimostrazione scritturistica diretta dell’Assunzione: si trova solo un orientamento generico verso questo privilegio.

Il 1° Novembre 1950 Pio XII annunciava che “l’Immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”. Ha commentato in merito il grande teologo mons. Brunero Gherardini (1925-2017): “tra i fulgori della sua esaltazione in anima e corpo nella gloria di Dio, la piena di grazia ed immacolata Madre del Verbo Incarnato annunzia ai figli della redenzione che in lei e con lei trionfa la redenzione stessa che il privilegio a lei riservato è insieme segno e pegno di ciò che il Sangue del suo Gesù ha guadagnato per tutti: l’incorruttibilità e l’immortalità nella risurrezione finale“.

L’Assunzione viene così a manifestare una promozione della donna, in quanto attesta la parte che la donna ha avuto nell’opera redentrice. Ricordiamo l’espressione della Costituzione conciliare Lumen gentium (21 novembre 1964): “Volle il Padre delle misericordie che… come la donna aveva contribuito a dare la morte, la donna contribuisce a dare la vita. Il che vale in modo straordinario della Madre di Gesù“.

Come ricorda Luigi Melotti “ciò vuol dire che, in modo ordinario e fatte tutte le debite proporzioni, ogni donna è chiamata a contribuire alla salvezza. Maria manifestazione ora, in cielo, il posto che la donna deve assumere in terra, il posto che deve avere nella Chiesa“.

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