San Massimiliano Kolbe e la lotta alla “mafia massonica”
di Diego Torre
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SAN MASSIMILIANO KOLBE: “IL PIÙ GRANDE ED IL PIÙ POTENTE NEMICO DELLA CHIESA È LA MASSONERIA”
San Massimiliano Kolbe rimase scioccato quando vide che “Negli anni precedenti la guerra, nella capitale del cristianesimo, a Roma, la mafia massonica, ripetutamente disapprovata dai pontefici, spadroneggiava in maniera sempre più sfrontata” (Scritti Kolbiani, n. 1328).
I fratelli celebravano in onore di Giordano Bruno, portando in giro un vessillo nero con l’effigie di San Michele Arcangelo sotto i piedi di Lucifero e sventolavano le loro insegne di fronte alle finestre del Vaticano. Avevano conquistato l’Italia con il cosiddetto risorgimento e speravano di dare la spallata finale alla Chiesa proprio a Roma che è il centro della cristianità. Il giovane chierico inizio subito a studiarne metodi e finalità.
«Distruggete qualsiasi religione, soprattutto quella cattolica”. Disseminate nei modi più diversi e in maniera più o meno evidente in tutto il mondo, le cellule di questa mafia mirano proprio a questo scopo. Si servono inoltre di tutta una congerie di associazioni dai nomi e dagli scopi più svariati, che però, sotto il loro influsso, diffondono l’indifferenza religiosa e indeboliscono la moralità. Essi rivolgono un particolare attenzione all’indebolimento di quest’ultima, in conformità alla risoluzione che essi hanno preso: “Noi non vinceremo la religione cattolica con il ragionamento, ma solo pervertendo i costumi”. E affogano le anime in una colluvie di letteratura e di arte volta ad indebolire il senso morale: l’invasione di sudiciume morale scorre ovunque portata da un largo fiume. Le personalità si afflosciano, i focolari domestici vanno a pezzi, e la tristezza cresce assai nel fondo dei cuori insudiciati. Non sentendo in sé stesse la forza di levarsi il giogo che le tiene avvinte, sfuggono la Chiesa, oppure insorgono addirittura contro di essa» (SK 1328). Sono passati più di 100 anno e tutto ciò è sotto i nostri occhi, terribilmente vero, sempre più vero.
E scrive ancora: “Noi siamo testimoni di una febbrile attività diretta contro la Chiesa di Dio, di un’attività che purtroppo non è senza frutti e che ha a disposizione propagatori senza numero …solo dopo queste avanguardie viene il grosso dell’armata del nemico. E chi è costui? Di primo acchito potrà sembrare esagerata l’affermazione che il principale, il più grande ed il più potente nemico della Chiesa è la massoneria” (SK 1254).
Il piano è plurisecolare e il santo identifica nella storia alcuni uomini-chiave che lo hanno portato avanti: “Dalla loro officina è uscita la rivoluzione francese, tutta la serie delle rivoluzioni dal 1789 al 1815, ed anche la guerra mondiale. Secondo le loro indicazioni lavorarono Voltaire, D’Alambert, Rousseau, Diderot, Choiseul, Pombal, Aralda, Tanucci, Hangwitz, Byron, Mazzini, Palmerston, Garibaldi ed altri …La massoneria mette sul piedistallo le persone che vuole e butta giù, quando esse hanno voglia di agire di testa propria. Lo sperimentò di persona in modo assai evidente lo stesso Napoleone” (SK 1254).
Tutto l’apostolato della Milizia dell’Immacolata, i suoi scritti, la catena editoriale a cui diede vita, le città dell’Immacolata da lui create, si orientarono sempre al contrasto di tale strategia. Ma la setta non si limita all’immoralità. Essa origina e/o sostiene tutti movimenti politici o culturali che vanno contro la Chiesa; leggiamo nel calendario stampato dalla Milizia nel 1939: “L’ateismo comunista pare stia strepitando nel modo più rumoroso e fa di tutto per seminare ovunque gli riesca i suoi pregiudizi reazionari. Alle origini di esso possiamo tranquillamente collocare quella mafia criminale che si chiama massoneria”.
Visione di altri tempi? Roba superata? “Il fine della M.I. è la conversione in primo luogo di tutti e specialmente i massoni, perché purtroppo nei nostri tempi proprio loro stanno a capo dell’azione contro la Chiesa, anche dove meno si vedono. Se poi arriverà il tempo che il capo del serpente vorrà chiamarsi altrimenti, questo non cambia la essenza della cosa” (SK 803).
E’ una visione a largo raggio quella del santo polacco che vuole capire e farci capire le ragioni più profonde di quanto avviene nel mondo, in un contesto di teologia della storia che inizia almeno da Genesi 3,15: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno”.
Nella consacrazione a quella Donna, che Dio ha chiamato per prima a operare per la conversione del mondo, San Massimiliano vide il principale strumento di opposizione al male; perché ogni anima consacrata, “transustanziata” in Lei, fosse Katechon contro il mistero dell’iniquità (cfr. 2 Ts 2) e anticipazione del trionfo del Suo Cuore Immacolato.