“Riscatto d’amore”: il Christian film ispirato al libro di Osea
di Franco Olearo*
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“RISCATTO D’AMORE” (REDEEMING LOVE), IL FILM ISPIRATO AL LIBRO DI OSEA, UN INNO ALLA FEDE
«Il Signore mi disse: “Va’ ancora, ama una donna amata da un altro, e adultera; amala come il Signore ama i figli d’Israele”» (Osea 3,1).
Riscatto d’amore (Redeeming Love, Stati Uniti 2022, diretto da D.J. Caruso con Abigail F. Cowen e Tom Lewis) è un Christian film che si ispira chiaramente al libro di Osea. Lo si vede quando il giovane fattore Michael Hosea, nella California del 1850, chiede al Signore un segno che gli possa indicare quale sarà sua moglie. Il giorno dopo, in città, vede passeggiare Angel, la prostituta più nota della casa di tolleranza Paradise e conclude che è lei la donna che Dio gli ha destinato come moglie.
Michael cerca di avvicinarsi alla donna ma il suo intento appare irraggiungibile. «Non sento niente per voi; voi siete soltanto un campagnolo»: è la sua risposta raggelante. Noi veniamo a conoscere, attraverso continui flashback, tutto il doloroso passato di Angel. Frutto di una relazione di sua madre con un uomo sposato che non l’ha riconosciuta come figlia, vive l’infanzia in estrema povertà (la mamma è costretta a prostituirsi) e poi, alla morte della madre, a soli otto anni, viene allevata in un postribolo perché impari presto, con le minacce e la violenza, ad avviarsi al “mestiere” al quale l’hanno destinata.
Tutto il film si sviluppa proprio nel confronto fra i due protagonisti: Michael, che ha una fede adamantina, che è sempre pronto a prenderla con sé e a riprenderla di nuovo (più volte Angel cerca di tornare a fare la prostituta). Lo fa senza forzature, rispettando la sua libertà, espressione di un amore incondizionato. Angel invece cerca di scoprire chi vuole veramente essere una volta che è diventata padrona del proprio destino e chi sia quest’uomo che l’ha tolta dal bordello.
Come possiamo giudicare questo lavoro? Appare molto sbilanciato in termini narrativi perché sovrabbonda l’estetica del male rispetto a quella del bene. Per il maggior tempo dello sviluppo del film assistiamo a situazioni nelle quali Angel viene derubata, picchiata, presa a pugni fino a renderle il volto tumefatto, subire la continua richiesta di prestazioni sessuali per ottenere favori, senza contare la violenza che viene compiuta su due bambine di otto anni (per fortuna sentiamo le urla ma non vediamo la scena). È indubbiamente presente anche un’estetica del bene, ma è molto limitata: quando lei torna volontariamente da lui dopo la sua prima fuga, Michael la invita a sedersi e le lava i piedi piagati per il lungo cammino. A parte il gesto in sé, altamente evocativo della evangelica lavanda dei piedi, è un bel modo per lui per esprimere la forma dell’attenzione che mostra nei suoi confronti, fatta di infinita tenerezza.
Riguardo al valore morale da dare al film nel suo insieme, il tema resta. La domanda che è stata posta da molti è la seguente: quando un film si conclude con un chiaro messaggio positivo, si può soprassedere e non vietarlo ai minori? Io rispondo: chi è chiamato a giudicare sul tema della protezione ai minori, lavora per un pubblico che non vede: sono ragazzi all’interno di un sano contesto familiare o stanno vedendo il film da soli? Ovviamente impossibile prevederlo. Il giudizio deve essere quindi il più obiettivo possibile onde evitare preferenze personali. Sarà poi responsabilità del genitore, se riterrà suo/a figlio/a idoneo/a a sostenere l’impatto di certe immagini, vedere il film assieme a lui/lei, intervenendo con commenti quando necessario.
Resta da rispondere alla domanda di fondo: il messaggio trasmesso è squisitamente cristiano? Il film è un inno alla fede: per fede Michael ha compreso che la sua missione era salvare Angel; per fede lei, proprio nel momento più disperato, si è affidata interamente al Signore. Ma le preghiere dei due protagonisti si rivolgono a Dio, Cristo non è mai citato. Perché è avvenuta la conversione? Sicuramente perché Angel si è arresa all’amore incondizionato di Michael ma in termini di fede in Dio, c’è una sola sequenza nella quale lui e lei attendono insieme una magnifica alba e Michael le dice: «è questa la vita che voglio offrirti: piena di sfumature, di calore, di bellezza e di luce».
Un invito quindi alla bellezza del creato: un rimando al Dio Creatore, molto probabilmente secondo la fede cristiana ma forse quella ebraica.
* redattore/editore di FamilyCinemaTv