Le due forme di credenza che innervano più profondamente la società contemporanea
di Roberto Giovanni Timossi*
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LA NOSTRA EPOCA IMPONE A OGNI UOMO DI CULTURA UNA CONOSCENZA PERLOMENO ESSENZIALE TANTO DELLA SCIENZA QUANTO DELLA FEDE RELIGIOSA
“La fede salverà la scienza” è un titolo che, a seconda dei punti di vista, può sembrare originale oppure sconcertante, eccessivo e azzardato, se non apertamente provocatorio. In realtà, benché molti oggi riconoscano i contributi della ricerca scientifica al progresso culturale dell’intera società e perciò anche dei credenti, pochi sembrano consapevoli del fatto che la fede religiosa può svolgere un ruolo importante nei confronti della comunità umana e quindi anche della scienza; ruolo che consiste innanzitutto nell’evidenziare le concezioni strumentali del sapere scientifico e nel valorizzarne invece gli aspetti etici e antropologici, nonché nel riconoscere e salvaguardare sempre l’autentica autonomia del ricercatore.
D’altronde un atteggiamento illuminato dei credenti nel dimostrare fiducia nei risultati della ricerca scientifica e delle sue ricadute positive sulla nostra vita può aiutare non poco la scienza e gli scienziati, specie in momenti come quelli che si sono attraversati con la pandemia da Covid-19, dove particolarmente significativo è stato l’esempio di papa Francesco di farsi pubblicamente vaccinare e di mettere a disposizione gratuitamente il vaccino per i senza tetto e per i più poveri. Tutto ciò in perfetta coerenza con la lezione di Giovanni Paolo II secondo cui “oggi è la Chiesa che deve prendere le difese della ragione e della scienza”.
Il tema dell’interazione tra scienza e fede religiosa è diventato sicuramente negli ultimi decenni di crescente attualità, tanto da meritare attenzione in sede accademica e da risultare costantemente al centro di incontri e convegni ai più diversi livelli. Nella maggior parte dei casi, però, il vasto pubblico dei non specialisti e gli stessi studiosi della materia non hanno a disposizione un quadro di riferimento unitario da cui procedere, mentre permane sullo sfondo una certa confusione concettuale su quali siano i contenuti specifici del tema scienza-fede.
Per altro le difficoltà a penetrare a fondo i problemi sono oggettivamente acuite dal fatto che spesso risultano attive posizioni conflittuali e talvolta ideologiche sulla maniera di intendere sia la ricerca scientifica sia la credenza religiosa; posizioni che non di rado si cristallizzano in visioni del mondo radicalmente contrapposte e inconciliabili.
L’intento del presente saggio è innanzitutto quello di fornire gli strumenti indispensabili per affrontare e approfondire in modo organico il rapporto tra sapere scientifico e sapere religioso, non astenendosi nel contempo dall’esprimere separatamente alcune valutazioni critiche. Esso si presta pertanto a venire utilizzato anche come manuale per corsi o seminari sul rapporto scienza-fede, oppure di filosofia della natura nel contesto della scienza moderna.
Di là dai diversi punti di vista, quanto ci sembra certo è che la nostra epoca impone a ogni uomo di cultura una conoscenza perlomeno essenziale tanto della scienza quanto della fede religiosa, essendo queste le due forme di credenza che innervano più profondamente la società contemporanea; perciò non è fuori luogo sostenere che uno scienziato non deve ignorare la religione e un uomo di fede non può ignorare la scienza, specie se è un teologo. Da parte dell’uomo di scienza è sbagliato considerare la religione come qualcosa di totalmente estraneo per lui o pensare che non lo riguardi minimamente; mentre da parte del credente è scorretto diffidare della conoscenza scientifica oppure averne timore: l’una e l’altra dimensione sono infatti indispensabili per fare emergere un’umanità integrale e non interiormente dimidiata. Il testo di questo libro è stato concepito innanzitutto per informare e contestualmente per formare, con un taglio divulgativo che tiene conto sia degli studi più avanzati di filosofia della scienza, sia degli sviluppi recenti del pensiero filosofico e teologico che investono il confronto tra indagine scientifica e fede religiosa.
Si è ritenuto opportuno iniziare con una descrizione di che cos’è oggi la scienza moderna, integrandola poi con alcune riflessioni sui fondamenti generali della conoscenza e quindi su ciò che possiamo ritenere vero con ragionevole certezza. Oltre a dare conto dei diversi orientamenti o paradigmi interpretativi dell’interazione tra sapere scientifico e religione, sono state richiamate alcune nozioni basilari di storia della scienza e di teologia filosofica, indispensabili per comprendere tutti i risvolti principali dell’argomento trattato. L’approccio è di tipo interdisciplinare, non foss’altro perché il rapporto tra conoscenza scientifica e credenza religiosa risulta per sua intrinseca natura una “questione di frontiera”, ossia un tema posto ai confini tra diverse discipline (filosofia, teologia, scienze naturali, antropologia, etica e altre ancora).
Ci si è soffermati in particolare sugli snodi storici principali del confronto tra scienza e fede dal XVI secolo ai nostri giorni, con un’attenzione speciale per la rivoluzione copernicana e il cosiddetto “caso Galilei”, per l’affermarsi del darwinismo e con esso dell’ateismo scientifico e della naturalizzazione del male, per le implicazioni teologico-filosofiche indotte dalla scoperta che il cosmo è immenso e in espansione.
Con un linguaggio semplice sono state prese in considerazione le conquiste più recenti nel campo della fisica (teoria della relatività e meccanica quantistica in primis), della biologia (teorie dell’evoluzione, genetica e problema mente-cervello) e della cosmologia scientifica (modello del Big Bang, energia oscura, materia oscura e Multiverso), ponendole a confronto con quanto di pertinente nello stesso periodo si è teorizzato in campo filosofico e teologico, nonché in particolare con le posizioni assunte dal Magistero cattolico, che risulta tuttora uno dei principali protagonisti del dialogo tra sapere scientifico e credenza religiosa.
All’inizio di ogni capitolo sono state indicate in forma interrogativa le quaestiones (problemi – quesiti) affrontate nel testo e che trovano via via risposta nella documentazione e nelle argomentazioni contenute nei diversi paragrafi.
Un confronto tra scienza e fede che sfugga alla mera retorica del dialogo è pure indispensabile per superare definitivamente il pregiudizio della separazione tra discipline umanistiche e discipline scientifiche, prendendo finalmente piena coscienza che in definitiva la ricerca scientifica è un’impresa “umanistica”.
Emergono nel complesso una serie di tesi assunte come filo conduttore del nostro lavoro e che ci siamo impegnati ad argomentare e dimostrare razionalmente nel corso dei diversi capitoli. Compete in primo luogo al lettore stabilire se ci siamo riusciti.
* Prefazione a “La fede salverà la scienza.
Conoscenza scientifica e credenza religiosa in dialogo”
(Edizioni San Paolo, 304 pagine, euro 22)