“Sono nera, ma bella”: la gran Vergine miracolosa di Tindari
di Rachele Parrinello e Giada Maria Montalto
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IL SANTUARIO SICILIANO PER ECCELLENZA SORGE A TINDARI (MESSINA), DOVE SI VENERA UNA MADONNA NERA DALLA STORIA AFFASCINANTE: FUGGÌ DALLA PERSECUZIONE E NAVIGÒ PER MARE FINCHÉ NON SCELSE TINDARI COME DIMORA PER ACCOGLIERE I PELLEGRINI CHE LE CHIEDONO BENEFICI E VOGLIONO ABBANDONARE VIZI E PECCATI*
Al tempo della persecuzione iconoclasta nell’impero bizantino (VIII-IX secolo), un periodo durante il quale la venerazione delle icone era condannata come idolatria, una statua di “Madonna Bruna” viaggiò nascosta nella stiva di una nave di ritorno dall’Oriente.
Improvvisamente, mentre l’imbarcazione solcava le acque del Tirreno, si levò una forte tempesta e i marinai furono costretti ad interrompere il loro viaggio rifugiandosi nella baia di Tindari (Messina). Non appena la tempesta si arrestò non ci fu modo di riprendere il largo. Come narra Rino Cammilleri in Tutti i giorni con Maria, i marinari «provarono ad alleggerire il carico, portandone a terra quanto potevano. Ma solo quando toccò alla cassa con la statua della Madonna la navigazione, d’incanto, poté riprendere. I siciliani compresero che la Madonna voleva restare lì».
Ripartita la nave, i marinai della baia di Tindari vollero subito aprire la cassa e con grande stupore vi trovarono la preziosa immagine della Vergine Maria che decisero di trasportare nel luogo più adatto e più bello del territorio: la parte alta della città di Tindari. Il colle santificato dalla presenza della Madonna divenne il sacro “colle di Maria”, nel quale oggi sorge l’attuale Basilica Santuario Maria SS.ma del Tindari.
Riguardo all’immagine della Vergine se ne ignora l’autore e non è possibile definire con certezza l’epoca nella quale fu scolpita, ma considerando lo stile e tenendo conto che la Madonna tiene tra le braccia Gesù Bambino, si potrebbe concludere che essa risalga ad un’epoca posteriore al Concilio di Efeso (431 d.C.), nel quale fu definita la divina maternità di Maria.
La Vergine, inoltre, porta in capo una corona di tipo orientale, una sorta di turbante ricavato nello stesso legno e decorato con leggeri arabeschi dorati. Una dicitura incisa sul basamento della statua recita: «Nigra sum sed formosa» (Sono nera, ma bella). Tale espressione latina – ripresa dal Cantico dei Cantici – vuole mettere in evidenza la bellezza di Maria nel colore brunito del viso.
Migliaia di fedeli sono passati dinanzi alla Vergine Maria nel corso dei secoli ed Ella ha regalato a tutti una consolazione o una grazia. In particolar modo, un miracolo conosciuto e famoso riguarda una donna che, a causa della figlia gravemente ammalata, si rivolse alla “Madonna Bruna” supplicandone la guarigione. Ottenuta la grazia si recò a Tindari per ringraziare la Madre di Dio ma, vedendola scura in faccia, ne restò delusa ed esclamò con disprezzo: «Sono partita da lontano per vedere una più brutta di me». La donna ingrata ed incredula andò alla ricerca della sua bellissima Madonna Miracolosa quando tutto ad un tratto un’altra disgrazia accade nuovamente alla figlia lasciata incustodita: cadde dalla cima del colle. La madre si recò nuovamente dalla Vergine chiedendole un miracolo e la pregò così: «Se siete voi la miracolosa Vergine che per la prima volta mi avete salvata la figlia, salvatela una seconda volta». La Madonna ascoltò pazientemente e, con bontà di Madre, rispose alle supplichevoli richieste della donna. Per miracolo, infatti, la bambina precipitata si ritrovò inspiegabilmente sana e tranquilla su un piccolo arenile formatosi improvvisamente nel mare sottostante. Ecco che questo fu il mezzo definitivo e straordinario che fece credere alla madre che quella era davvero la Statua della Vergine Miracolosa. Commossa, la donna si recò per la terza volta dinanzi alla Madonna e la pregò colma di umiltà e di gratitudine: «Veramente voi siete la gran Vergine miracolosa!».
Solitamente quando ci si reca in pellegrinaggio in un santuario mariano, con un pizzico di egoismo, si presentano alla Madonna un elenco infinito di grazie, ma molto spesso ci si dimentica di ringraziarla e di lasciarle in dono qualcosa. La Vergine di Tindari non solo è desiderosa di ascoltare le suppliche dei suoi figli, ma ne desidererebbe con tutto il cuore la correzione di peccati e vizi. La Madonna Bruna non chiede altro che la santità dei suoi fedeli e la salvezza della loro anima, quindi: cosa siamo disposti a lasciarle?
* Pubblichiamo oggi questo articolo della rubrica “Santuari d’Italia” poiché il 30 luglio è la data del decreto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti con il quale il Santuario della Madonna di Tindari è stato elevato a Basilica minore.