La Finlandia “post-cristiana” e la Spagna che dichiara “politica” la bandiera Lgbt
di Emanuela Maccarrone
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LA POLITICA FINLANDESE PÄIVI RÄSÄNEN: “PARLARE DI QUESTIONI DI GENERE – OVVERO CHE CI SONO DUE SESSI O CHE IL MATRIMONIO RIGUARDA UNA DONNA E UN UOMO – SUSCITA SOLO ODIO PER CHI OSA ESPRIMERSI“
La politica finlandese Päivi Räsänen è stata recentemente scagionata dall’accusa di incitamento all’odio per aver ripetutamente affermato la sua convinzione che il matrimonio dovrebbe essere tra un uomo e una donna. La battaglia legale della Räsänen, purtroppo, non è finita poiché la controparte ha presentato ricorso a un tribunale superiore.
Le accuse contro la Räsänen riguardavano l’incitamento all’odio per un libro che ha scritto 18 anni fa, intitolato “Maschi e Femmine li ha creati: le relazioni omosessuali sfidano il concetto cristiano di umanità”, e un tweet del 2019 che contestava la promozione del mese dell’orgoglio LGBT da parte della Chiesa luterana finlandese.
Questa triste e assurda vicenda, che minaccia la libertà di parola e il diritto alla libertà religiosa, ha indotto Räsänen ad affermare, durante l’annuale summit internazionale sulla libertà religiosa che si è tenuto a Washington, che la Finlandia è diventata un “mondo post-cristiano in cui i valori cristiani sono, di fatto, una minoranza”. Secondo la politica i valori cristiani sono presi di mira nei tribunali penali, e anche questo ha causato una rottura con il cristianesimo, sempre più visibile nelle società.
“Siamo tutti peccatori e abbiamo bisogno di Gesù. Ma ora penso che ci sia un forte odio contro i valori cristiani nella nostra società. Parlare di questioni di genere – ovvero che ci sono due sessi o che il matrimonio riguarda una donna e un uomo – suscita solo odio contro chi osa esprimersi così“, ha affermato la Räsänen.
In un’intervista al The Christian Post la politica finlandese ha ammesso che ha trovato paradossale l’essersi ritrovata in un’aula di tribunale solo per aver espresso sostegno alle dottrine cristiane sul matrimonio e la sessualità, nonostante la Finlandia abbia una Costituzione che garantisca la libertà di parola e di religione.
La Räsänen ha evidenziato che l’influenza LGBT sta incidendo negativamente sull’esercizio delle più fondamentali libertà civili: “il mondo è cambiato, ed è cambiato molto rapidamente in Finlandia e, penso, anche in altri Paesi occidentali, che sono diventati ormai post-cristiani”, ha dichiarato.
È di questi giorni, intanto, la decisione della Corte Superiore di Giustizia di Castilla y León che ha stabilito come “l’esposizione della bandiera arcobaleno viola il principio di neutralità ideologica o politica“.
Nell’esprimersi in tal senso, l’Alta corte ha accolto il ricorso presentato dalla Fondazione spagnola degli avvocati cristiani, condannando la Diputación de Valladolid per aver apposto la bandiera LGBT sulla facciata del suo edificio principale.
La Corte ha specificato che “la bandiera arcobaleno è un simbolo con un peso o un significato ideologico sufficiente che trascende il meramente sociale, penetrando nel politico“, facendo eco alla sentenza della Corte di Cassazione che aveva già specificato che un tale vessillo “non rappresenti tutti i cittadini della Catalogna, mancando di ogni evidenza la presunta trasversalità dei relativi simboli“.
Secondo la presidente degli avvocati cristiani di Spagna, Poland Castellanos, “nessuna pubblica amministrazione può usare la bandiera arcobaleno. La sentenza della Corte Suprema sulle bandiere è molto chiara ed è così che l’ha vista il Tsj [Tribunal Supremo de Justicia]: le pubbliche amministrazioni hanno il dovere costituzionale di mantenere una posizione neutrale“.