Le giravolte di Biden in Arabia Saudita…
di Diego Torre
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LA VISITA DI JOE BIDEN IN ARABIA SAUDITA E LE POLEMICHE CHE NE SONO CONSEGUITE…
Joe Biden ha fatto la sua mossa diplomatica; si è recato in Arabia Saudita per ottenere due obbiettivi importanti: un aumento delle forniture di petrolio e il contrasto alla minaccia nucleare che verrebbe dall’Iran.
Circa il primo ha ottenuto la promessa di un aumento addirittura del 50% dei volumi; circa il secondo… come non contare sul sostegno di Riad seriamente impegnata ad eliminare nello Yemen gli Houty, alleati dell’Iran sunnita? La linea è in continuità agli accordi di Abramo iniziati da Donald Trump.
Ovviamente Putin, come la Cina, già da tempo ha una politica di alleanza con l’Iran e la sua attiva presenza va riequilibrata. Non solo. Ma Riad (e quindi l’OPEC) ha anche tenuto finora i rubinetti del petrolio chiusi aumentando il disastro economico che sta vivendo l’occidente e farglieli riaprire è indispensabile.
E Biden ha aggiunto che gli Usa vogliono tornare ad avere “un ruolo guida senza lasciare vuoti che siano riempiti dalla Russia o dalla Cina”.
Il presidente degli Stati Uniti ha avuto un cordiale incontro con il re, Salman bin Abdulaziz al Said; meno cordiale è stato l’incontro con il di lui figlio e principe ereditario Mohammed bin Salman, primo vice Primo ministro e ministro della Difesa.
A quest’ultimo non ha stretto la mano come col padre ma gli ha offerto il pugno chiuso. Le colpe dei figli non ricadono sui padri. Che ne poteva sapere il re delle marachelle del figlio?
Nel 2018, il giornalista Khashoggi entrò nel consolato arabo di Istanbul per documenti relativi al suo matrimonio; non ne uscì più.
La polizia turca è convinta che egli sia stato ucciso e fatto a pezzi nel consolato. Il 19 ottobre la TV di stato saudita né confermò la morte, avvenuta a seguito di un “diverbio” presso il consolato. Il 16 novembre 2018 la CIA ha concluso che Mohammad bin Salman è stato il mandante dell’omicidio di Khashoggi. Lo stesso dice un rapporto ONU del 2019.
Forte di tale convinzione Biden, aveva promesso che l’Arabia sarebbe stata ridotta ad un “paria”, ma il principe si era esplicitamente rifiutato di rispondergli, anche negandosi al telefono all’illustre interlocutore.
Ora il presidente è ritornato sul tema dichiarando “che penso sia personalmente responsabile per l’uccisione di Khashoggi” sebbene il principe abbia “negato di essere responsabile della morte”.
Non contento Biden ha minacciato in caso di violenze contro dissidenti una “risposta adeguata” da parte sua e, ad una giornalista che gli ha chiesto di commentare il suo saluto con il pugno con Mohammed Bin Salman, ha risposto con una risata. Certo non poteva dargli la mano. Ne veniva fuori una foto troppo compromettente. Però le minacce presidenziali e la discolpa principesca sanano un vulnus e mandano un messaggio: dimentichiamo il passato, l’Arabia è ormai fra i paladini dei diritti umani!
Onestamente ricordiamo che il principe ha abolito la fustigazione e la pena di morte, eliminato la polizia religiosa, concesso alle donne la patente di guida … ma strada da fare ce n’è ancora tanta.
Non la pensa così la fidanzata del reporter Khashoggi che così commenta: “Biden ha sulle sue mani il sangue della prossima vittima di Mohammed Bin Salman“.
Ma tornando al povero Sleepy Joe, quali contorsioni non si farebbero pur di continuare a logorare la Russia in Ucraina?
Appena una settimana fa il principe ha pubblicamente ricevuto il presidente ceceno Ramazan Kadyrov, sanzionato dagli Stati Uniti e attivo alleato di Putin in Ucraina. Ma anche questo viene ignorato.
Il presidente degli Stati Uniti con simili giravolte tenta di mantenere la maschera di difensore di diritti umani, tranne ovviamente quelli dei nascituri per sopprimere i quali con l’aborto lui e la sua amministrazione stanno facendo sforzi titanici… Quelli però non sono persone umane ma rifiuti speciali ospedalieri!