Eugenio Scalfari: un secolo dalla parte sbagliata
di Andrea Rossi
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EUGENIO SCALFARI (1924-2022) È STATO UN GIORNALISTA E SCRITTORE MOLTO CONTROVERSO. COME DISTRICARSI FRA I PEANA POSTUMI PER UN GIORNALISTA CHE HA AVUTO UN SOLO PUNTO FERMO NELLA SUA VITA: IL LAICISMO ANTICATTOLICO
Raccontare Eugenio Scalfari (Civitavecchia, 6 aprile 1924 – Roma, 14 luglio 2022) è impresa improba che lasciamo volentieri al coro degli agiografi, i quali, davvero senza misura, in queste ore si affannano a gareggiare a chi riesce ad essere più iperbolico nel ricordo del giornalista scomparso.
In realtà al netto dell’ingegno e delle indubbie capacità manageriali, condite da una spregiudicatezza politica che lo fece spesso passare in partiti e schieramenti assai diversi fra loro, la stella polare di Scalfari è stata la lotta per rendere l’Italia laica e atea. In questa battaglia, lo scomparso ha conosciuto il suo maggiore successo, destinato purtroppo a durare nel tempo, forse ancora più della memoria dei suoi scritti.
Sorvolando sugli esordi di penna che lo videro capo redattore in camicia nera di «Roma Fascista», la rivista del Gruppo universitario fascista (GUF) della capitale, rapidamente spariti da quasi tutte le biografie, e tacendo su alcuni imbarazzanti scivoloni degli ultimi anni, come le sedicenti interviste all’attuale Pontefice, ciò che resta in mezzo è la tenacia nel voler imporre il cambiamento in senso anticattolico dell’Italia tramite veementi campagne di opinione condotte dalle testate di cui fu fondatore e direttore.
Prima L’Espresso e in seguito La Repubblica furono il faro del radicalismo italiano, dal referendum sul divorzio a quello sull’aborto, salvo poi abbandonare questi temi e l’ex amico Marco Pannella (Teramo, 2 maggio 1930 – Roma, 19 maggio 2016) quando si trattò di contenere lo strapotere della magistratura: Scalfari era già passato dalla parte dei “manettari” del pool di Milano, i quali distrussero negli anni ’90 del secolo scorso una intera classe politica per lasciare il paese in balìa di tecnici animati da filosofie non sempre cristalline.
Feroce e storico oppositore di Bettino Craxi (1934-2000) e successivamente di Silvio Berlusconi, ebbe molti sodali che si fatica a definire amici, vista la facilità con cui li ha abbandonati nel corso del suo percorso umano e intellettuale, nel quale esisteva sostanzialmente una sola opinione che contava, ossia la sua.
Difficile, in conclusione, immaginare come sarebbe dovuta essere l’Italia secondo Eugenio Scalfari; senz’altro la sua eredità laicista, spacciata per modernità, attraversa oggi le agenzie educative, i media, i gangli vitali della società e paradossalmente buona parte del mondo cattolico. Purtroppo il radicalismo ateo di cui fu protagonista, non ci ha resi migliori e nemmeno “sazi e disperati” come diceva il cardinale Giacomo Biffi (1928-2015), ma solo più poveri, spiritualmente e materialmente.