Nell’umanità “post-pandemica” per superare avversità, dolori e ostacoli
di Giuseppe Brienza
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“CONTRATTEMPI E COINCIDENZE MANCATE”: LA RACCOLTA DI RACCONTI DI ITALO INGLESE SU NUOVE AVVENTURE, SFIDE E NEVROSI DELL’UOMO DEL 21° (E DEL 22°) SECOLO…
La raccolta di racconti appena uscita Contrattempi e coincidenze mancate (Bastogi Libri, Roma 2022, pp. 111, € 12), di Italo Inglese, raccoglie diciassette storie collegate tra loro da un unico filo conduttore: i protagonisti sono costretti a destreggiarsi tra avversità, occasioni perdute, mancate coincidenze, confrontandosi con il Caso che, spesso, appare beffardo e imperscrutabile.
In alcune delle storie narrate, le vicende si svolgono nella contemporaneità, con collegamenti a questioni sociali e politiche di attualità (i fenomeni migratori, la fluidità di genere, la gestione delle risorse umane in una grande azienda, il rapporto della Chiesa con la tradizione), in altre si affrontano dispute filosofiche, toccando temi come il dramma dell’inadeguatezza dell’individuo rispetto ai tempi in cui vive, la seduzione del rimpianto.
Altri racconti abbracciano episodi di vita ordinaria o familiare, storie ambientate in mondi immaginari, il tutto narrato con un’ironia a volte ilare a volte un po’ amara ma sempre accompagnata da «uno sguardo malinconicamente consapevole della natura umana, ma anche dalla traccia di ciò che rende l’uomo ciò che è, vale a dire la forza di tentare in ogni caso di superare avversità e dolori, ben conscio della propria finitudine, ma altrettanto consapevole che solo attraverso gli ostacoli, indipendentemente dagli esiti, si può essere davvero uomini» (Giancarlo Giuliani, Prefazione, p. 5).
Il tono del libro di Inglese è talvolta saggistico con note al testo redatte con estrema cura, talaltra pirandelliano dipingendo con ironia e il gusto del paradosso la realtà lavorativa attuale, come ad esempio nel racconto fra i più lunghi della raccolta intitolato Faccia di bronzo (pp. 57-70).
Originale è anche il confronto immaginato fra due protagonisti della filosofia europea del Novecento come Karl Popper (1902-1994) e Ludwig Wittgenstein (1889-1951) che, narrato in modo elegante e umoristico, è descritto nel racconto Popper versus Wittgenstein (pp. 50-52). Si passa quindi al genere “distopico”, che immagina una “umanità-umanoide” del XXII secolo (cfr. Il virus, pp. 14-18) al tono commovente e sapienziale della giovane Elena che, piena di speranza nella malattia grave, «aveva il volto grazioso e puro di una Madonna medievale». Si tratta a mio avviso del racconto più intenso ed emotivamente coinvolgente dell’intera raccolta, intitolato non a caso come la splendida antifona mariana attribuita al monaco tedesco Ermanno di Reichenau (1013-1054), detto il “contratto” o, più semplicemente “lo storpio”: Salve, Regina (cfr. pp. 27-29).
Italo Inglese è nato a Roma nel 1956 e, dopo una laurea in giurisprudenza e una in scienze politiche, ha esercitato la sua attività professionale prima come dirigente di azienda (Confindustria, Ferrovie dello Stato) poi come avvocato. Ha pubblicato numerosi studi e monografie in materia giuridica, tra cui Il diritto di critica nei luoghi di lavoro (Giappichelli, 2014), e ha svolto incarichi di docenza all’Università Roma Tre e in altri atenei in diritto del lavoro e relazioni industriali.
Giornalista pubblicista, ha collaborato con quotidiani e periodici. È autore di saggi e opere di narrativa: Morfologia del rimpianto (Tabula fati, 2001), Oltre lo spirito del tempo (Nuove Idee, 2006), Eccentrici, eretici, atipici (I libri del Borghese, 2012), Teppisti eccellenti (Campanotto, 2017), Abruzzo Safari (Tabula Fati, 2019), L’arte delle relazioni industriali (Solfanelli, 2020).
Ha curato i volumi Io, Attilio. Un seduttore nell’Italia dannunziana (Solfanelli, 2010), La sinistra ha fallito? Opinioni a confronto (Solfanelli, 2020), Fernando Porfiri detto Porfirius. Artista e pedagogo (Tabula fati, 2021).