Il vescovo Cornacchia: “distinguere tra armi offensive e difensive è davvero singolare”

Il vescovo Cornacchia: “distinguere tra armi offensive e difensive è davvero singolare”

di Bruno Volpe

IL VESCOVO DI MOLFETTA DOMENICO CORNACCHIA SUL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO: “ESISTE IL DIRITTO ALLA LEGITTIMA DIFESA IN CASO DI AGGRESSIONE INGIUSTA, MA A MIO AVVISO SE I DUE CONTENDENTI NELLO STESSO TEMPO NON FANNO UN PASSO INDIETRO NON SI VA DA NESSUNA PARTE

Testimone e maestro di virtù – Il cammino cristiano di don Tonino Bello“, con Prefazione del card. Marcello Semeraro (Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi), è il titolo di un accattivante saggio di monsignor Domenico Cornacchia, Vescovo di Molfetta, Ruvo e Terlizzi, appena uscito per la Libreria editrice Vaticana.

Il volume, che si suddivide in 4 parti, racconta la vita e la spiritualità del vescovo pugliese oggi Venerabile. Il libro è stato di recente presentato all’Istituto scolastico Preziosissimo Sangue di Bari e, nell’occasione, inFormazione Cattolica ha avuto modo di intervistare  l’autore.

Eccellenza: “testimone e maestro”, si legge nel titolo del suo saggio su Don Tonino Bello. Perché?

“Il testimone non può che essere un maestro di vita. Don Tonino Bello lo è stato nell’esercizio delle virtù teologali e cardinali. Prima di essere un prete ed un vescovo, era un cristiano autentico che profumava di Vangelo”.

Lei ha conosciuto di persona il vescovo pugliese oggi Venerabile

“Certo. Conosciuto e frequentato. Quando insegnavo ad Altamura l’ho invitato e lo stesso dicasi al Pontificio Istituto Regina Apuliae di Molfetta. Era un uomo inquieto, nel senso buono del termine, sapeva mettere tutto in discussione. Ti invitava concretamente a seguire il suo esempio e sapeva interagire, senza mai montare in cattedra”.

Don Tonino Bello era molto devoto alla Madonna, in un tempo nel quale certe forme di devozione erano considerate “superate”, non è vero?

“Era legatissimo alla Madre di Dio. Questo lo si deve alla devozione popolare del Salento, territorio dal quale proveniva, e in generale alla sua pugliesità. Ha scritto un eccellente libro dal titolo “Maria, donna dei nostri giorni”. La sua idea di Maria non era quella di un essere che vive in modo etereo tra le nuvole, ma di una donna concreta, che si fa carico di noi e delle nostre situazioni”.

Che tipo di fede era quella di don Tonino Bello?

“Autentica, quella di un bambino. Sapeva stupirsi e si fidava, si è fatto piacevolmente sorprendere dal Vangelo”.

Dunque un uomo di pace

“Ha sempre voluto il dialogo, persino nelle situazioni più difficili, cosciente che la guerra non risolve i problemi, anzi li aggrava”.

Guerra tra Russia ed Ucraina: i Vescovi italiani invitano al dialogo e non alle armi, Lei cosa ne pensa?

“Sento parlare di una singolare divisione tra armi offensive e difensive. Sicuramente esiste il diritto alla legittima difesa in caso di aggressione ingiusta, ma a mio avviso se i due contendenti nello stesso tempo non fanno un passo indietro non si va da nessuna parte. A mio avviso sia la Russia che l’Ucraina dovrebbero mettersi attorno ad un tavolo e dialogare. La guerra è una sconfitta per tutti e ci rimette solo la povera gente”.

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