Un cammino per unire i luoghi del monachesimo camaldolese in Italia
di Vincenzo Silvestrelli
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LA CONFERENZA DI UMBERTIDE (PERUGIA) “DA MONTECORONA A FONTE AVELLANA: EREMI E SOCIETÀ” HA SUSCITATO UN GRANDE INTERESSE PER LA STORIA DEI LUOGHI E DEL MONACHESIMO CAMALDOLESE. CRONACA DI UNA GIORNATA DELL’ITALIA DELLA FEDE
Un cammino che unirà le abbazie di Montecorona e di Fonte Avellana nelle Marche per riscoprire luoghi sacri, santi, tradizioni e borghi. È quanto illustrato nel corso del convegno “Valorizzare il passato per riscoprire il futuro. Da Montecorona a Fonte Avellana: eremi e società” che si è tenuto giovedì scorso presso “L’Abbazia” di Montecorona. Il cammino, fortemente voluto dal Comune di Umbertide con il supporto dell’associazione Eticamente, è in fase di elaborazione e vedrà la luce entro l’inizio del mese di settembre, con la presentazione di tutte le tappe e i percorsi.
Al convegno hanno preso parte, fra gli altri, il sindaco di Umbertide Luca Carizia, l’abate padre Giustino Farnedi dell’abbazia di San Pietro a Perugia, il priore dell’abbazia di Fonte Avellana padre Gianni Giacomelli, l’editore Raffaele Monti e il presidente di Italia Nostra per la provincia di Perugia, Luigi Fressoia.
Dagli interventi è emerso che il cammino da Montecorona a Fonte Avellana permetterà di riscoprire una tradizione poco conosciuta in Umbria anche se profondamente incisiva nel territorio di questa zona e dell’Appennino in generale, cioè quella benedettino-camaldolese. Questa tradizione ha contribuito a mutare profondamente i territori della zona, attraverso il miglioramento agrario.
È stata una presenza millenaria, sia a Montecorona che a Fonte Avellana, unita da molte tradizioni comuni a partire dal fondatore dell’Ordine, ovvero san Romualdo (952-1027), che è proclamato come fondatore di Montecorona, dell’abbazia di Santa Maria di Sitria e di quella di Fonte Avellana. Sarà una riscoperta dei luoghi e dei valori di queste realtà che nel corso dei secoli sono diventati dei veri e propri punti di riferimento.
«Questa idea è nata perché abbiamo dei luoghi religiosi importanti, pieni di storia come l’abbazia di Montecorona e l’abbazia di Fonte Avellana, accomunati dalla figura di san Romualdo – ha detto il sindaco Luca Carizia –. Da qui sono state poste le basi di far unire queste due meravigliose abbazie, in un modo lento e intimo, come appunto quello dei cammini, caratterizzati da pace, calma, tranquillità, con il pellegrino che compie questo percorso soprattutto per una conoscenza interiore».
Ai lavori hanno preso parte anche il consigliere dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Manuela Puletti (Lega), gli assessori del Comune di Umbertide Alessandro Villarini e Pier Giacomo Tosti e il consigliere comunale Tania Turchi che insieme al consigliere Claudia Fagnucci hanno promosso l’iniziativa.
Sono inoltre intervenuti il parroco dell’Abbazia di San Salvatore di Montecorona, Don Renzo Piccioni Pignani, i monaci Fratel Giuseppe e Fratel Macario dell’Eremo di Montecorona e Padre Marco Freddi, parroco di Santa Maria della Pietà.
Mentre nel suo intervento padre Farnedi ha compiuto un excursus sulla storia dell’Abbazia di Montecorona e delle altre abbazie legate alla realtà benedettina e camaldolese presenti nel territorio, il confratello padre Giacomelli ha spiegato origini e ispirazioni del tipo di vita che si conduce all’interno di ogni abbazia camaldolese. Infine l’architetto Fressoia ha incentrato il suo discorso sulla valorizzazione dei “cammini” storico-ambientalistico-religiosi per il vero recupero dei territori.