Decisione storica: la Corte Suprema USA annulla il diritto all’aborto
di Matteo Orlando
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VITTORIA STORICA PER IL DIRITTO ALLA VITA NEGLI STATI UNITI
La Corte Suprema ha, di fatto, annullato la sentenza nella causa Roe versus Wade che, nel 1973, ha reso costituzionale il diritto all’aborto.
I supremi giudici statunitensi hanno così restituito ai 50 Stati il potere di legiferare in materia di aborto. E siccome non tutti sono governati dagli abortisti Democratici che fanno capo al Presidente Joe Biden, si stima che 26 stati federali USA si avvieranno ad abrogare o limitare notevolmente le possibilità di aborto, il delitto che era stato legalizzato.
Ma cos’è successo nello specifico oggi?
La Corte Suprema si è pronunciata nel caso Dobbs contro la Jackson Women’s Health Organization, una clinica per aborti della capitale del Mississippi. Infatti, la Corte doveva pronunciarsi sulla costituzionalità di una legge del 2018 di questo stato meridionale degli Stati Uniti che rendeva illegale l’aborto dopo le prime 15 settimane di gravidanza.
“E’ tempo di prestare attenzione alla Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo”, afferma la sentenza firmata dal giudice Samuel Alito. La decisione è stata emessa con una maggioranza di 6 contro 3 per annullare le sentenze del tribunale di grado inferiore e con una maggioranza più ristretta di 5–4 per ribaltare la sentenza sull’aborto. In quest’ultimo caso hanno votato a favore, oltre al giudice Alito i suoi colleghi Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett.
I tre contrari (opinion concurring in the judgment) sono stati i giudici liberal-progressisti Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan. Il presidente della Corte Suprema John Roberts ha concordato sul fatto che la Corte dovesse ribaltare l’opinione del Quinto Circuito sulla legge del Mississippi, mentre non si è dichiarato d’accordo con la maggioranza per ribaltare la sentenza (concurring opinions).
Come si ricorderà i giudici costituzionali Gorsuch, Kavanaugh e Coney Barrett sono stati nominati da Donald Trump, la cui presidenza di appena quattro anni si è rivelata decisiva per la causa pro-vita.
“Con dolore – per questa Corte, ma ancor di più, per i tanti milioni di donne americane che oggi hanno perso una fondamentale protezione costituzionale – dissentiamo”, hanno scritto i giudici abortisti contrari alla sentenza.
La vera posta in gioco era, naturalmente, la validità della sentenza Roe vs. Wade.
Ora la Corte Suprema ha ridato speranza a coloro che da decenni si battono per difendere il diritto alla nascita e ha ottenuto una vittoria per la causa pro-vita che può avere ripercussioni in tutto il mondo.
Quali potranno essere, adesso, i passaggi e le conseguenze di tale sentenza — destinata a rimanere nota come “Dobbs” e ad essere analizzata e citata per decenni — negli Stati Uniti?
Ora è il turno degli Stati federali in cui la maggioranza della popolazione ha eletto rappresentanti pro-vita: Alabama, Arkansas, Arizona, Florida, Georgia, Idaho, Indiana, Iowa, Kentucky, Louisiana, Michigan, Mississippi, Missouri, Montana, Nebraska, Dakota del Nord, Ohio, Oklahoma, Carolina, Tennessee, Texas, Utah, West Virginia, Wisconsin e Wyoming.
Tredici di questi 26 stati hanno preparato testi noti come leggi trigger, che vietano o limitano l’aborto e potrebbero essere attivate nei prossimi giorni o settimane.
Due stati, il Texas e l’Oklahoma, hanno già in vigore leggi molto restrittive, approvate negli ultimi mesi, che equivalgono a un divieto quasi totale di aborto.
Ora che il precedente Roe vs Wade è stato annullato, è possibile anche che alcuni Stati approvino rapidamente leggi che vietano i tipi di contraccettivi abortivi che agiscono dopo il concepimento.
L’intenzione della maggioranza dei giudici della Corte Suprema nell’annullare il “diritto” all’aborto negli Usa è di far tornare la questione al processo politico e legislativo.
Ma questo potrà comportare una serie di decisioni a cascata su altri temi. Infatti, nel 2015 la Corte ha sancito il diritto costituzionale al matrimonio senza alcun limite, dichiarando incostituzionali le leggi che vietavano il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Ma neanche questo diritto si trova nel testo della Costituzione, nel suo significato originario o nella giurisprudenza tradizionale e, quindi, potrebbe essere dichiarato inesistente.
Parimenti, la Corte ha sancito il diritto dei genitori a controllare l’educazione dei propri figli, il diritto di adulti competenti a rifiutare le cure mediche e il diritto di adulti consenzienti ad avere attività sessuali con persone dello stesso sesso. Potrebbero anche questi essere riesaminati alla luce dell’approccio più serio della Corte al concetto di “diritti costituzionali”?
Intanto poche ore dopo la sentenza il primo stop all’aborto è arrivato dal Missouri che ha vietato l’aborto in tutti i casi tranne che per le emergenze sanitarie.
Il governatore repubblicano, Mike Parson, ha infatti firmato la legge che innesca il divieto di aborto elettivo in quello Stato. “Nulla nel testo, nella storia o nella tradizione della Costituzione degli Stati Uniti ha dato ai giudici federali non eletti l’autorità di regolare l’aborto”, ha aggiunto il governatore. “Questo è un giorno monumentale per la santità della vita”, ha fatto notare il ministro della Giustizia dello Stato, Eric Schmitt.
E in Italia, almeno per quanto riguarda il tema dell’aborto, che si farà?