Costanza Miriano: “la parola gay tenta goffamente di dissimulare una infelicità”

Costanza Miriano: “la parola gay tenta goffamente di dissimulare una infelicità”

a cura di Angelica La Rosa

LA SAGGISTA CATTOLICA COSTANZA MIRIANO: “UNA RELAZIONE OMOSESSUALE È, SECONDO IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, IN UN PROFONDO DISORDINE”

«Tra sacerdoti che fanno gli auguri ad amici omosessuali nel giorno del loro “matrimonio” (salvo poi correggere in unione civile, ma insomma la sostanza rimane) e benedizioni in Chiesa di coppie civilunite, seguite da spiegazioni verbose e poco nette – di solito servono tante parole quando non si ha il coraggio di dire la Verità – e altri sacerdoti ancora che ammirano l’allegria del gay pride, volevo ricordare, anche se io invece non sono un sacerdote, che ovviamente la Chiesa fa gli auguri, benedice e prova simpatia per tutti gli esseri umani, a prescindere. Ma proprio per questo, perché li ama, non può smettere di dire la verità».

Così ha scritto in un recente commento su Facebook la nota giornalista di Rai Vaticano e saggista cattolica Costanza Miriano.

«L’uomo e la donna trovano la loro identità – e dunque la verità, la pienezza e la felicità – nella relazione con Dio, che solo ci dice chi siamo, e che ci ha creati maschio e femmina, a sua immagine, per entrare in relazione l’uno con l’altra. La relazione con l’altro sesso implica un cammino e una fatica, occorre uscire da sé e prendersi la responsabilità dell’amore. Chi non riesce o decide di non fare questo cammino – per una ferita che può avere origine in tanti modi diversi – va amato, non giudicato, perché nessuno si può permettere di entrare nel sancta sanctorum del suo cuore, solo Dio. Detto questo, è importantissimo che almeno la Chiesa, rimasta l’unica a farlo, continui a dire la verità alle persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, perché chi vive una relazione omosessuale è, secondo il catechismo della Chiesa Cattolica, in un profondo disordine e quindi in una infelicità, che la parola “gay”, allegro, tenta goffamente di dissimulare».

Per Costanza Miriano nessun indice va «puntato, nessuna accusa, nessuna invadenza, però la Chiesa mantiene chiaro l’annuncio della Verità: quando siamo in relazione con l’altro sesso realizziamo l’immagine di Dio. Non è una robetta da niente, su cui possa tollerarsi confusione o incertezza. E’ al centro dell’antropologia cristiana, e se uno non crede che il Catechismo è esperto di umanità, se non crede che la via che indica è quella per la felicità, può tranquillamente cambiare mestiere».

 

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