Sono già 900 i nati uomini nelle carceri femminili USA. E le violenze esplodono!
di Angelica La Rosa
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L’IDEOLOGIA GENDER AVANZA SEMPRE PIU’ NEGLI STATI UNITI
Gli Stati Uniti hanno già 900 nati uomini biologicamente rinchiusi nelle carceri femminili. E sempre più uomini stanno usando questo come strumento per entrare nelle carceri femminili. Ma ora a subirne le conseguenze sono le donne detenute poiché subiscono molteplici abusi sessuali.
Questo atto degradante avviene con il sostegno dei gruppi LGBTQIA+ che non vedono il danno che viene causato a un gruppo, quello delle vere donne prigioniere, che è lasciato indifeso ed esposto a danni fisici e psicologici.
Il direttore dell’organizzazione nazionale per i diritti civili negli Stati Uniti, Harmeet K. Dhillon, ha presentato la denuncia a difesa delle prigioniere veramente donne spiegando che “solo nelle carceri federali ci sono oltre 900 maschi biologici ospitati nelle carceri femminili, con conseguenti violazioni quotidiane, massicce e continue, dei diritti civili e altre rimostranze contro le detenute”.
Il pedofilo che si dichiara trans per andare in un carcere femminile e violenta una detenuta è solo uno degli ultimi casi venuti alla luce, ed è solo la punta dell’iceberg.
L’ideologia gender, come sappiamo, ha inventato cose come le persone “gender fluid”, che possono sentirsi di appartenere ad un genere oggi e ad un altro domani. Questo è stato il caso di un detenuto pedofilo che si è dichiarato donna, è stato trasferito nel carcere femminile, ha violentato la sua compagna di cella, poi ha detto di sentirsi un uomo ed ha ottenuto il suo trasferimento nel carcere maschile (l’evento è avvenuto nello stato di Washington e l’uomo si chiama Hobby Bingham)
Secondo il portale Daily Caller, l’American Civil Liberties Union (ACLU) ha sostenuto e promosso l’inclusione di detenuti transgender nel carcere femminile nello stato del New Jersey. E proprio in quello stato due donne detenute sono già rimaste incinte, vittime di abusi da parte di uomini transgender con cui sono state costrette a convivere.
Uno dei prigionieri che ha fatto uso di questo strumento perverso è stato Perry Cerf, che ha preso a calci una donna, le ha schiacciato il cranio causandone la morte ed ha bevuto il suo sangue come lui stesso ha dichiarato (“dato che ho un gusto molto insolito per il sangue, l’ho bevuto”). L’uomo aveva detto di sentirsi una donna ed era stato trasferito nel carcere femminile, dove avrebbe dovuto scontare una condanna di 73 anni di carcere (cominciata nel 2003).