La sinistra ci riprova con lo jus scholae
di Pietro Licciardi
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PER LA SINISTRA DOBBIAMO ESSERE TUTTI CITTADINI E A TUTTI I COSTI. NON PER LA GIUSTIZIA E L’INTEGRAZIONE MA PER I VOTI E IN NOME DELL’ANTICO ODIO PER LA PATRIA E L’IDENTITÀ RELIGIOSA
Dopo che alle sinistre è andata male con lo jus soli, ovvero l’assegnazione della cittadinanza a chiunque nasca in Italia indipendentemente da quella dei genitori, la sinistra – a suo tempo seguita dai consueti “utili idioti” – riprova a riformare la cittadinanza dopo che il 9 marzo la commissione Affari Costituzionali alla Camera ha dato parere favorevole al testo presentato dal deputato 5 Stelle Giuseppe Brescia, sullo jus scholae, il quale arriverà in discussione alla Camera il 24 giugno prossimo.
Il testo dell’on. Brescia prevede che possa fare richiesta per la cittadinanza chi sia arrivato in Italia prima di aver compiuto 12 anni e ha portato a termine un percorso scolastico di 5 anni, il che permetterà a tantissimi bambini nati e cresciuti in Italia di ottenere la cittadinanza con più facilità rispetto all’attuale trafila burocratica. La proposta gode ovviamente dell’appoggio del PD, M5S, Italia Viva e, purtroppo, anche di Forza Italia che, staccandosi dal resto del centrodestra, sembra confermare la sua inaffidabilità su questi temi.
Al di là delle ragioni “buoniste” accampate dai sostenitori dello jus scholae si tratta di un reiterato tentativo di attribuire i diritti che spettano ai cittadini, tra cui quello di voto, a stranieri senza che questi abbiamo maturato un qualsiasi senso di appartenenza all’Italia, alla sua cultura, ai suoi valori.
Ma senza dover qui ripetere le ragioni del no allo jus soli o allo jus scholae – per questo rimandiamo alla lettura di un articolo di Giuliano Guzzo – ci preme qui ragionare sul vero “movente” della riforma della cittadinanza, la quale non mira affatto all’equità, alla giustizia e all’integrazione, ma ha esclusivamente intenti ideologici ed elettorali,
Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che è in corso una vera e propria invasione dell’Europa e dell’Italia, organizzata e finanziata da élite apolidi che governano la globalizzazione, alla quale non solo non è concesso opporsi ma verso la quale occorre indirizzare l’appoggio di interi settori della società. Di parte della Chiesa innanzitutto, perché deve passare nella mentalità comune il principio che se esiste l’Italia, non devono esistere più i cattolici italiani. O meglio, ci saranno ancora gli italiani ma non quelli che si sono formati in maniera naturale e libera nel corso della storia, bensì quelli che si insedieranno in questa penisola pur non avendo alcun legame con essa, lavoro o famiglia e questo in vista della nuova e utopica Europa senza patrie, inclusiva, antidiscriminatoria e “ugualitaria”.
Per comprendere a cosa questo porta basta vedere cosa accade in Francia, Belgio, Gran Bretagna, Svezia e Germania dove vi è una situazione esplosiva, talvolta sull’orlo della guerra civile, che si inizia ad intravvedere anche in Italia, nei quartieri delle maggiori città dove gli immigrati sono ormai maggioranza (l’ultimo noto episodio è quello accaduto a Peschiera del Garda).
Anche in questo tentativo di distruggere le specificità culturali e nazionali spicca il carattere anti-umano di questa epoca, votata ad annientare e capovolgere l’opera di Dio. E’ infatti il Creatore ad aver voluto gli italiani, gli indiani, i greci, i cinesi; che vi fossero bianchi, neri, asiatici, e che ogni razza, popolo o anche etnia avesse una sua sede naturale in questo pianeta e sue peculiarità fisiche, linguistiche, civili e culturali. Ma questo è proprio ciò che si voleva distruggere con la globalizzazione, che doveva essere non solo economica, ma anche culturale, e che si sta comunque portando avanti in Europa con l’immigrazione selvaggia, che oltre a tutto ha anche il merito di farla finita una volta per tutte con l’identità cristiana di questo continente.
Altro motivo di tanta ostinazione nel far diventare tutti cittadini è che ormai le sinistre, in Italia come nel resto d’Europa, non rappresentano più le masse popolari ma solo piccole elites di privilegiati che le crisi economiche a ripetizione e il calo demografico stanno oltretutto riducendo sempre più. Da qui la necessità di procurarsi nuovi voti; preferibilmente di mussulmani, con i quali la sinistra condivide la cristianofobia e l’odio antiamericano.