Si alla vita. Un appello ai laici liberi e forti

Si alla vita. Un appello ai laici liberi e forti

di Pietro Licciardi

LA DIFESA DELLA VITA NON RIGUARDA SOLO I CATTOLICI MA TUTTI COLORO CHE AMANO LA LIBERTÀ E LA GIUSTIZIA

Sabato 21 maggio 2022 a Roma è nuovamente sceso in strada il popolo che ha scelto la vita e che rifiuta la morte che questa società sempre più pagana e decadente sta dispensando a piene mani. Una volta era solo l’aborto, oggi l’eutanasia, l’eugenetica – ovvero la soppressione nel ventre materno di figli fisicamente non perfetti – la droga e il suicidio a cui ricorrono sempre più persone che non riescono più a vivere in un mondo reso folle dalle ideologie e dalla soppressione dell’idea di Dio.

La marcia, da Piazza della Repubblica a San Giovanni, è stata un successo con almeno il doppio dei partecipanti rispetto alle scorse edizioni. Purtroppo però anche questa volta a sfilare sono stati solo e soltanto i cattolici. E neppure tutti.

Ancora una volta abbiamo dovuto costatare con tristezza che tra gli innumerevoli striscioni, labari, bandiere – oltre cento le associazioni e i movimenti che hanno aderito – mancavano quelli delle organizzazioni cattoliche “storiche”. Non si è vista l’Azione cattolica, le Acli, gli scout, solo per citarne alcune, e pochissime parrocchie; segno che ormai vi è una divisione sempre più netta nella Chiesa, tra un certo cattolicesimo militante, che prende sul serio il Vangelo e il catechismo, e un altro che, come la chiesa patriottica cinese, preferisce il “dialogo” e per non essere “divisiva” alza la voce solo quando sono anche tutti gli altri a farlo e su argomenti graditi a chi detiene il potere, e i cordono dell’otto e del cinque per mille. Quindi si ai migranti, alla violenza sulle donne, perfino alle unioni omosessuali – perché se c’è l’amore… – ma guai a parlare di aborto e di abolizione della infame legge 194, mentre su eutanasia e droga non si va oltre qualche moralistica esternazione di circostanza; e il più delle volte neppure quella. 

Intendiamoci; bene fa la Cei a starsene buona alla finestra senza cercare di mettere il cappello su una manifestazione nata e pensata da laici, ma un popolo veramente cattolico e correttamente formato non dovrebbe aver bisogno dell’imprimatur ecclesiastico per sapere da che parte stare.  Quelli che hanno sfilato sabato a Roma lo sanno.

Ma ciò di cui preme parlare qui è l’altra clamorosa assenza: il mondo laico.

E’ abbastanza triste, grave e preoccupante che su certe questioni debbano essere solo i cattolici a mobilitarsi, perché un laico che ama veramente, e non a chiacchiere o per convenienza, la libertà e la democrazia dovrebbe insorgere difronte agli attentati scientificamente premeditati e organizzati contro tutto ciò che minaccia la vita dei cittadini. L’altissimo numero di medici obiettori di coscienza è lì a dimostrare che non occorre essere cattolici per capire che l’aborto è un omicidio e che uno Stato che lo legalizza ha inserito nell’ordinamento giuridico un precedente pericolosissimo per tutti, perché se è lo Stato a decidere che un proprio cittadino può essere ammazzato… Oggi tocca ai concepiti, domani agli anziani e alle persone non più produttive  – anche se si cerca di nascondersi dietro l’esile dito dei “diritti” e della “morte dignitosa” – , domani l’altro a chiunque una qualsiasi minoranza decida di sopprimere, una volta debitamente manipolate le masse per ottenerne il consenso. 

Questo è esattamente quello che è accaduto nella Germania nazionalsocialista o nell’Urss di Stalin e nella Cambogia di Pol Pot.

Pensate che noi siamo diversi, più “civili”? Ci è mancato poco che col pretesto del Covid non si siano rinchiusi in campi di concentramento i non vaccinati, che comunque hanno perso mesi di retribuzione. E i più accaniti nell’invocare la dittatura sanitaria sono stati proprio gli antifascisti di professione e quelli dei girotondi costituzionali. 

In Francia a far la Rivoluzione non sono state le masse popolari, che di quella follia hanno pagato il conto in termini di miseria e teste mozzate, ma poche centinaia di intellettuali col sostegno di una sparuta e miserabile canaglia. In pochissimi mesi hanno rivoltato come un calzino una nazione prospera trasformandola in una antesignana del Terzo Reich nazista. Questo perché la massa è rimasta alla finestra a guardare; magari perché non voleva far causa comune con il “nemico”: quel clero, quei nobili o quei borghesi che avevano capito tutto ma che furono sopraffatti perché non seppero unirsi per proteggere le loro teste e la loro libertà.

Non è per buttarla sul drammatico ma il tipo di società verso la quale ci stiamo incamminando dovrebbe essere ben chiara a tutti. Quindi cari laici a voi la scelta.

 

Nelle foto sotto il condirettore di Informazione Cattolica e quattro redattori della nostra testata che hanno partecipato alla Manifestazione Nazionale “Scegliamo la vita”

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