Tre ragazzi delle Medie denunciati per “molestie sessuali”: non hanno usato i pronomi “trans”
di Angelica La Rosa
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NEGLI STATI UNITI LE SCUOLE COSTRINGONO I BAMBINI AD AFFERMARE L’AGENDA TRANS
“Le scuole pubbliche sono diventate un braccio armato della rivoluzione sessuale, in particolare per quanto riguarda l’agenda trans“.
Lo ha affermato la presidente del Ruth Institute statunitense, la dottoressa Jennifer Roback Morse, che si è riferita ad un episodio agghiacciante che probabilmente vedremo presto anche in Italia.
Un distretto scolastico del Wisconsin ha sporto denuncia per molestie sessuali contro tre ragazzi delle scuole medie che non hanno usato il pronome preferito da un compagno di classe maschio che dice di essere una ragazza.
“Quando le persone sentono di ‘molestie sessuali‘, pensano ad aggressione o linguaggio sessualmente allusivo“, ha osservato la Morse, “non ad un bambino che si rifiuta di usare il nuovo nome di un compagno di classe o dice ‘lui’ quando si riferisce a un ragazzo che ora afferma di essere una lei…“.
Ma anche un altro episodio sta mettendo in allarme i genitori degli Stati Uniti. Il sistema scolastico pubblico della contea di Fairfax, in Virginia, sta infatti esaminando un “Manuale sui diritti e le responsabilità degli studenti“, di ben 70 pagine, che prevede punizioni per “incitamento all’odio” da intendersi con tale dizione il rivolgersi ai propri compagni di classe “con il genere sbagliato” (c.d. “deadnaming”, cioè utilizzo del nome di nascita di qualcuno che, invece, ha “deciso” di essere di un sesso diverso con relativo nuovo nome).
Una madre arrabbiata l’ha definita “polizia del linguaggio” e ha chiesto di sapere perché uno studente dovrebbe essere punito per aver affermato la “realtà“. Tali politiche orwelliane spesso sfociano in tragedie. Nella vicina contea di Loudoun, in Virginia, una ragazza è stata violentata nel bagno delle ragazze da un ragazzo che indossava una gonna che si era “identificato come una donna“.
“In nome della lotta contro le cosiddette molestie sessuali, il sistema scolastico sta facilitando le aggressioni sessuali“, ha detto la Morse. “Queste politiche sono solo le ultime di una lunga serie di persecuzioni da parte dello ‘Stato Sessuale‘ contro i dissidenti o le varie forme di resistenza all’ideologia. La rivoluzione sessuale deve ricorrere alla compulsione per portare avanti la sua agenda irrazionale. Fornai e fioristi devono essere costretti a contribuire alle cerimonie tra persone dello stesso sesso, nonostante i dettami della coscienza. Gli insegnanti hanno perso il lavoro per essersi rifiutati di usare, fingendo, certi nomi e pronomi. E ora persino i ragazzi delle scuole medie possono essere bollati come autori di reati sessuali per aver contravvenuto alla polizia del pensiero”, ha aggiunto la presidente del think tank statunitense.
“Se si usa la ragione“, ha concluso l’esponente pro-vita e pro-famiglia, “anche un bambino può vedere l’idiozia della mitologia transgender. Ecco perché i rivoluzionari sessuali devono ricorrere alla forza“.