Chiede l’eutanasia perché non riesce a trovare un appartamento a prezzi accessibili e idoneo alla sua disabilità
di Emanuela Maccarrone
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IL SEN. SIMONE PILLON (LEGA): “APRIRE LA PORTA ALL’EUTANASIA E AL SUICIDIO ASSISTITO COMPORTA IL RISCHIO CHE UN GIORNO POSSA ESSERE UN GIUDICE, UN MEDICO O UNA LEGGE A STABILIRE SE UNA VITA SIA DEGNA O MENO DI ESSERE VISSUTA“… BASTI CONSIDERARE QUANTO ACCADE NEGLI STATI DOVE TALI LEGGI SONO GIÀ IN VIGORE DA TEMPO
“La legge deve schierarsi sempre dalla parte della vita, perché è sul diritto alla vita che si basa la stessa società civile. Occorre garantire il massimo della dignità alla persona che soffre, attraverso cure palliative, assistenza anche economica e terapie antidolore, perché nessuno debba desiderare di togliersi la vita“.
A dirlo è il Senatore della Lega Simone Pillon. Il parlamentare cattolico ha evidenziato che aprire la porta all’eutanasia e al suicidio assistito comporta il rischio “che un giorno possa essere un giudice, un medico o una legge a stabilire se una vita sia degna o meno di essere vissuta“… e gli esempi non mancano, bastI considerare quanto accade negli Stati dove tali leggi sono già in vigore da tempo.
Un recente episodio, accaduto in Canada, fa molto riflettere. Una donna di 31 anni ha chiesto la morte assistita medica (MAiD), dopo aver avuto difficoltà nel trovare un appartamento a prezzi accessibili e idoneo alla sua disabilità.
Secondo il portale Life Site News la motivazione che avrebbe spinto la donna a una decisione così drastica sarebbe stato il reddito di circa $ 1.200, che le viene fornito ogni mese attraverso il Programma di supporto per la disabilità (ODSP) dell’Ontario, non sufficiente per trovare un appartamento che potesse soddisfare le sue complesse esigenze.
Tale limite avrebbe convinto la giovane a considerare come unica soluzione alla sua disabilità la richiesta del Maid. Secondo il sito nord americano questo è il secondo caso in un mese.
Ad aprile, infatti, un’altra donna di 51 anni che soffriva di sensibilità chimica multipla (MCS) aveva fatto ricorso al programma MAiD. In un video registrato otto giorni prima della sua morte, la donna si era espressa con queste parole: “il governo mi vede come spazzatura sacrificabile“.
Questi due casi dimostrano come “aprire la porta alla morte” come unica soluzione alla sofferenza, comporti il forte rischio di svalutare il senso profondo della dignità umana e, quindi, della vita.
A riguardo, la Chiesa viene in soccorso illuminandoci con la Parola di Dio, che è Parola di vita, e con il Magistero pontificio. In uno dei suoi interventi durante il pontificato, Benedetto XVI chiarì a suo tempo che “la richiesta che viene dal cuore dell’uomo nel suo supremo confronto con la sofferenza e la morte, specialmente quando è tentato di cedere allo sconforto ed è sconvolto al punto di voler scomparire, è soprattutto una richiesta di assistenza e un appello a una solidarietà e a un sostegno maggiori nella prova” (Discorso del Santo Padre Benedetto XVI a sua Eccellenza il Signor Paul Dühr, nuovo Ambasciatore di Lussemburgo presso la Santa Sede, 18 Dicembre 2008).
In un’altra occasione, il Papa emerito richiamò i valori dell’esistenza, “che danno senso alla vita e possono appagare l’inquietudine del cuore umano alla ricerca della felicità“, e riguardano “la dignità umana, l’uguaglianza tra tutti gli uomini e il senso della vita e della morte” (Discorso di Benedetto XVI ai partecipanti all’assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, 8 marzo 2008).