L’ideologia gender è un crimine a danno dei nostri figli
di Pietro Licciardi
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NELLE SCUOLE ITALIANE ABBIAMO ASSISTITO IERI ALL’ENNESIMA INIZIATIVA PROPAGANDISTICA PER CREARE L’UOMO NUOVO ARCOBALENO. CHE I GENITORI CONTINUINO A VIGILARE, SI ASSOCINO E COMBATTANO: IL CONSENSO INFORMATO È UN DIRITTO!
Ieri nelle scuole italiane è stato di nuovo imposto un “crimine ideologico”: la “Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”.
Annunciata con tanto di circolare del Ministero dell’istruzione questa iniziativa è avvenuta contro la volontà di molti genitori che affidano all’istituzione con fiducia i propri figli affinché ricevano una educazione, una formazione e una istruzione adeguate e in sintonia con le proprie convinzioni religiose e filosofiche. Un principio sancito come noto non solo dalla nostra Costituzione ma anche dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (art. 2 protocollo addizionale).
Principio clamorosamente disatteso ieri, in chissà quante scuole di ogni ordine e grado, quindi anche asili, elementari e medie, che all’insaputa dei genitori e dietro il paravento dialettico della non discriminazione hanno indottrinato, ma sarebbe più appropriato dire moralmente corrotto, i nostri figli e nipoti. Basta infatti aprire uno di quei libercoli che circolano nelle scuole o leggere i programmi di certe “offerte formative” per imbattersi in lezioni sul sesso orale, sull’autoerotismo, sul gender fluid e… fermiamoci qui.
Per capire dove siamo arrivati leggiamo insieme un passo tratto dalla Guida per le Bambine Ribelli. Alla scoperta del corpo che cambia, scritto e illustrato da due donne e pubblicato da Mondadori: «Quando si parla di rapporto sessuale, in molti pensano subito a un rapporto di tipo penetrativo tra una donna e un uomo, ovvero il cosiddetto coito, nel quale la vagina accoglie il pene… In realtà esistono tanti tipi diversi di rapporti sessuali. Due persone possono, per esempio, decidere di toccarsi reciproca mente i genitali, e cioè masturbarsi, oppure di stimolarli usando la bocca e in questo caso si parlerà di rapporto orale». E questo è quello che si legge alle elementari.
Ma la cosa scandalosa non è tanto un testo del genere, quanto sapere che esso è inserito e fa parte di un progetto “educativo” studiato a tavolino mirato alla perversione di persone deboli e facilmente influenzabili; un vero e proprio tentativo di indottrinamento.
Ormai buona parte delle scuole non hanno più alcun ritegno a pubblicare sui loro siti istituzionali i “progetti” dedicati all’educazione sessuale ma, per fortuna, qualche genitore più attento o coraggioso insorge riuscendo a bloccarli, magari ricorrendo a qualche associazione, come Articolo 26 o Pro Vita e Famiglia che svolgono un meritorio lavoro di informazione, supporto e vigilanza. Ma è chiaro che il “nuovo ordine mondiale” prevede oltre alla cancellazione di ciò che di cristiano ancora resiste nelle nostre società, la creazione di un “uomo nuovo” senza più morale, riferimenti etici, avvelenato da un assoluto relativismo e per farlo, come ogni totalitarismo sa molto bene, si parte proprio dai bambini.
Come cattolici dovremmo farci abbindolare dalle belle parole che solitamente accompagnano iniziative spacciate per lotta al bullismo, contrasto alle discriminazioni, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali etc., perché lì dentro di “rispetto” ce n’è ben poco. Anzitutto non ce ne è per le famiglie, espropriate del loro diritto ad educare i figli secondo i loro valori, non ce ne è per i bambini e per i giovani, che in tal modo vengono avviati ad una vita di frustrazioni e di infelicità – basti parlare con qualche psicologo correttamente orientato per venire edotti dei guasti immensi che derivano dalla pornografia e dalla banalizzazione del sesso –. La realtà oggettiva, scientifica e naturale, viene completamente distorta e manipolata da iniziative come la Giornata di ieri, il tutto in funzione di una ideologia, quella del gender, che mentendo spaccia per diritti vizi e i desideri assolutamente soggettivi.
Ormai stare alla finestra non è più sufficiente e, anzi, se i genitori non cominciano ad esercitare un controllo, diretto, coraggioso, determinato contrastando e denunciandogli abusi educativi rischiano di diventare corresponsabili anziché vittime. Insomma, complici degli orchi.