Il modo carnale e il modo spirituale di comprendere la realtà

Il modo carnale e il modo spirituale di comprendere la realtà

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI MARTEDÌ 26 APRILE 2022

Dal vangelo secondo san Giovanni 3,7b-15

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

COMMENTO

Ci sono due modi di comprendere le cose che accadono, di valutare la realtà. Ci sono due modi di pensare, e quindi di vivere. C’è il modo carnale e il modo spirituale. Il modo carnale è quello di chi vive dando importanza solamente alle cose di questo mondo, al vivere pratico, alle esigenze della sopravvivenza, alle cose piacevoli che questa vita può offrire. In sostanza di chi cerca di trarre da questa esistenza terrena il massimo beneficio in termini di piacere, guadagno e quant’altro, e cerca di evitare il più possibile ciò che in questa vita può essere spiacevole: la sofferenza, il dolore, la morte. L’orizzonte temporale è quello che va dalla nascita alla morte fisica.

Il modo spirituale è quello di chi, pur non disprezzando affatto le cose belle e piacevoli della vita, sa che non è tutto qui. Di chi sa che questa vita non è che l’anticamera della vita eterna, di chi sa che la morte fisica non è la fine di tutto, ma il momento in cui si dovrà rendere conto delle scelte e delle azioni della propria esistenza. Di chi sa che non siamo un prodotto del caso destinati a finire nel nulla, ma il frutto del pensiero intelligente e amorevole di un Essere superiore, infinitamente buono, che ci ha creati per amore e che, se noi non lo rifiutiamo, ci vuole donare una vita eternamente felice.

Solo noi possiamo scegliere se vivere in modo carnale o in modo spirituale.

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