Un messaggio – ipocrita – del ministro Bianchi per il 25 aprile…
di Angelica La Rosa
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RICORDARE “LA LOTTA E IL SACRIFICIO DI DONNE E UOMINI PER OTTENERE IL RISPETTO E IL RICONOSCIMENTO DI DIRITTI” E POI VIOLARE APERTAMENTE LA NOSTRA COSTITUZIONE IMPONENDO LA VACCINAZIONE PER GLI INSEGNANTI, PENA LA SOSPENSIONE LAVORATIVA (E DELLO STIPENDIO), È PURA IPOCRISIA…
« Il 25 aprile celebriamo la Festa della Liberazione, la sconfitta del nazifascismo e la conclusione di un conflitto sanguinoso. In questo anniversario ricordiamo la lotta e il sacrificio di donne e uomini per ottenere il rispetto e il riconoscimento di diritti e un nuovo assetto democratico, basato su principi fondamentali quali l’uguaglianza, la solidarietà, la coesione, espressi poi chiaramente nella nostra Costituzione.
Il 25 aprile ci richiama alla cura della nostra democrazia, perché la libertà conquistata da chi ci ha preceduti non è data per sempre, deve essere rinnovata ogni giorno. Gli eventi che stanno avvenendo a livello internazionale ci ricordano che dobbiamo fare grande attenzione e dare sempre nuova linfa alla libertà e alla democrazia. Dobbiamo farlo a partire dall’educazione, nelle nostre aule, anche in questi giorni e in vista del 25 aprile. Le scuole sono luogo di partecipazione e solidarietà, dove studentesse e studenti imparano a essere cittadine e cittadini responsabili e consapevoli.
Con la Festa della Liberazione inauguriamo “la via sacra della Repubblica”: il 25 aprile, il Primo maggio e il 2 giugno. Tre date fondamentali del nostro vivere civile comune, che ci conducono al cuore del primo articolo della nostra Carta fondamentale: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Continuiamo a coltivare il delicato fiore della libertà quotidianamente attraverso l’esercizio della partecipazione. Insieme. »
Così ha scritto alle scuole d’Italia Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione nel governo Draghi a partire dal 13 febbraio 2021. Si tratta di parole ipocrite, purtroppo!
Ricordare “la lotta e il sacrificio di donne e uomini per ottenere il rispetto e il riconoscimento di diritti e un nuovo assetto democratico, basato su principi fondamentali quali l’uguaglianza, la solidarietà, la coesione” e poi violare apertamente la nostra Costituzione imponendo la vaccinazione per gli insegnanti, pena la sospensione lavorativa (e dello stipendio), è pura ipocrisia…
“La libertà conquistata da chi ci ha preceduti non è data per sempre, deve essere rinnovata ogni giorno”, scrive Bianchi. Esattamente quello che hanno fatto decine di migliaia di insegnanti che, liberamente, e in osservanza della Costituzione Italiana, hanno deciso di non vaccinarsi e, per questo motivo, sono stati e sono discriminati.
“Le scuole sono luogo di partecipazione e solidarietà”, scrive il ministro pro tempore dell’Istruzione. Per molti, ma non per tutti, si potrebbe dire. Gli insegnanti rientrati dal primo di aprile sono reclusi in delle stanze, a fare un lavoro che non è il loro, con un raddoppio delle ore di servizio…
Bianchi ha pure il coraggio di citare il primo articolo della nostra Costituzione. “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” e commenta: “continuiamo a coltivare il delicato fiore della libertà quotidianamente attraverso l’esercizio della partecipazione”. Parole, parole, parole, cantava Mina…