Gesù rimprovera i suoi, ma continua a fidarsi di loro
di don Ruggero Gorletti
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COMMENTO AL VANGELO DI LUNEDÌ 25 APRILE 2022 – SAN MARCO EVANGELISTA
Dal vangelo secondo san Marco 16, 15-20
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la parola con i segni che la accompagnavano.
COMMENTO
Siamo sul finire del Vangelo di San Marco. Gesù risorto appare agli apostoli, rimasti in undici dopo il suicidio di Giuda. Agli apostoli era già giunta la notizia della resurrezione di Gesù: Marco cita la Maddalena e i due di Emmaus. Ma i discepoli non credono. Allora Gesù in persona si presenta vivo, in anima e corpo, ai suoi apostoli, e li rimprovera per la loro incredulità e durezza di cuore. Pur avendo avuto molte prove credibili della resurrezione di Gesù il loro cuore rimane chiuso, ostinato, e si rifiuta di credere.
Gesù rimprovera i suoi, ma continua a fidarsi di loro, al punto da dare loro una missione davvero impegnativa, a occhio umano non fattibile: proclamare il Vangelo ad ogni uomo. E l’annuncio del Vangelo non è il racconto di una cosa qualsiasi, di una notizia tra le tante: chi accoglierà questo annuncio, e lo metterà in pratica, ricevendo il Battesimo e accogliendo la vita nuova che Cristo ci dona, sarà salvato. Chi non lo farà verrà condannato. Dunque quella del Vangelo è una parola decisiva per ognuno di noi.
Gesù prima di congedarsi dai suoi discepoli da loro dei poteri particolari. Inoltre il brano dice che Egli confermava la parola dei discepoli con i segni che la accompagnavano. Ci viene qui mostrata la indefettibilità della Chiesa, cioè il fatto che la Chiesa non verrà mai meno e manterrà immutata nei secoli la sua natura. La Chiesa conserverà inalterato nel tempo il messaggio della Rivelazione. E questo non per le capacità dei suoi membri (in effetti gli apostoli erano appena stati rimproverati per la loro incredulità), ma per le promesse del suo Fondatore, il Signore Gesù.
Ricordiamoci di queste parole, quando rimaniamo delusi e talvolta scandalizzati per il comportamento di tanti noi cristiani: la Chiesa nel suo magistero non può né ingannarsi né ingannare, nonostante le debolezze e i tradimenti di noi cristiani. Perché la Chiesa non è solamente l’insieme dei Cristiani, ma è il corpo mistico del Signore, quel corpo di cui Cristo è il capo. Ed è grazie a Lui, e non certo grazie a noi, che non potrà mai cessare di esistere né potrà mai venire meno alla sua missione di annuncio della parola di salvezza e di santificazione di ogni uomo.