Continua a diffondersi nelle diocesi italiane la Santa Messa nella Lingua dei Segni (LIS)
di Monica Lampasona
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L’ITALIA È STATO FINO ALLO SCORSO ANNO L’UNICO PAESE EUROPEO A NON AVER RICONOSCIUTO UFFICIALMENTE LA PROPRIA “LINGUA DEI SEGNI” (LISA). ORA PERÒ MOLTE DIOCESI STANNO COLMANDO QUESTO RITARDO PROMUOVENDO LA LIS PER LA SANTA MESSA
È da neanche un anno che la Lingua Italiana dei Segni (LIS) è ufficialmente lingua riconosciuta dalla nostra Repubblica. Il 19 maggio 2021, infatti, la Camera dei deputati ha concluso l’iter di conversione in legge del cosiddetto “Decreto sostegni”, al cui interno è inclusa una norma, dal titolo Misure per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e l’inclusione delle persone con disabilità uditiva, che riconosce appunto la LIS.
Si tratta senza dubbio di un passaggio storico positivo per la “comunità sorda” italiana, che da tempo attendeva questo riconoscimento. Aggiungiamo anche che l’articolo 34-ter del “Decreto sostegni”, oltre a promuovere e tutelare la LIS, ha riconosciuto anche la Lingua dei Segni Italiana Tattile (List).
Non poche diocesi italiane stanno cercando da un anno a questa parte di colmare il ritardo accumulato a discapito dei sordi promuovendo la LIS durante la Santa Messa. Segnaliamo in questo senso le celebrazioni eucaristiche che si sono svolte durante la Settimana Santa presso il Santuario “Santo Padre delle Perriere”, nella Diocesi di Mazara del Vallo. Un esempio da imitare…
Anche i non udenti hanno quindi potuto partecipare in pienezza ai riti della Pasqua grazie all’interprete LIS incaricato dalle autorità ecclesiastiche, il sig. Salvatore Samanna’.
A dire il vero sono già da tre anni, quindi ben prima della legge, che il Santuario sta assicurando ogni Domenica alla “comunità sorda” il servizio LIS e, attualmente, sono una dozzina i non udenti che possono seguire regolarmente le celebrazioni.
Una messa davvero per tutti, quindi… E così l’attenzione al mondo dei non udenti è il segno di una Chiesa attenta a chi si trova nella condizione di svantaggio. Una celebrazione liturgica che vuole essere per tutti, in modo da permettere di partecipare nella piena comunione, diventa più “attraente” anche “umanamente”…
Come può esservi infatti celebrazione eucaristica se ci sono ostacoli per chi vuole partecipare? Rimane il fatto che, per quei non udenti che devono percorrere molti chilometri per prendere parte ad una Messa in LIS, i problemi rimangono… Quindi più Messe nel Linguaggio dei Segni e più fraternità e solidarietà ci sarà per loro!
Un altro punto da non sottovalutare è il disagio che può provare un non udente nel confessarsi. Ecco perché è importante anche che i sacerdoti possa ricevere la confessione utilizzando la LIS.
Si potrebbero menzionare tante altre iniziative, come quella di predisporre corsi in LIS anche per catechisti, operatori pastorali, docenti di religione (IRC), insegnanti di sostegno, religiosi, suore, diaconi e seminaristi, percorsi anche di formazione cristiana nella Lingua dei Segni che accompagnino i bambini o i ragazzi durante il periodo del catechismo.
Resta il fatto che quella appena sperimentata dai fedeli della diocesi di Mazara del Vallo è stata una bellissima iniziativa da imitare…. Sarebbe davvero auspicabile che queste iniziative fossero estese a tutte le diocesi, con un gesto nobile, di umiltà, amore e fraternità verso il prossimo…