La Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore
di Giuliva di Berardino
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ECCO IL SIGNIFICATO TEOLOGICO DEL SABATO SANTO
Oggi è il secondo giorno del Triduo pasquale. Le rubriche del Messale ne spiegano il significato:
Il sabato santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il sacrificio della Messa (la mensa resta senza tovaglia e ornamenti) fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L’attesa allora lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae per cinquanta giorni. In questo giorno si può dare la santa comunione soltanto sotto forma di Viatico.
E la Chiesa, accanto all’altare spoglio, celebra l’Ufficio divino, un ufficio totalmente impregnato di serenità e di contemplazione. I salmi dell’Ufficio delle letture parlano del sonno nella pace (Sal 4) e della carne che riposa al sicuro (Sal 15), mentre le letture, biblica (Eb 4,1-16) e patristica (omelia sul grande sabato), ricordano la discesa di Cristo agli inferi per dare il riposo definitivo ai patriarchi dell’Antico Testamento (cfr. 1Pt 3,19-20). Ma vi è un salmo, il 23, che già chiede che le porte sollevino i loro frontali, perché possa entrare il Re della gloria: accenno implicito alla Risurrezione.
Le Lodi restano a metà strada fra l’attesa della Risurrezione (cfr. Sal 150) e la meditazione sul valore redentore della morte di Gesù (cfr. Sal 63 e Is 38). L’Ora media ha un tono pieno di speranza, sostenuta dal ricordo della luce che risplende dopo le tenebre (cfr.1Gv 2,8-10). I Vespri ripetono i salmi della stessa Ora del venerdì santo, ma con antifone che ricordano le parole di Gesù riguardo al segno di Giona e alla distruzione del tempio del suo corpo:
Tre giorni e tre notti Giona rimase nel ventre del pesce: così il Figlio dell’uomo nel cuore della terra (Ant. 2: Mt 12,39-40). Distruggete questo tempio e in tre giorni lo ricostruirò, dice il Signore e parlava del tempio del suo corpo {Ant. 3: Gv 2,19-21).
Gli altri testi ricordano il mistero della nostra identificazione, per mezzo del battesimo, col Cristo morto e sepolto (cfr. Rm 6,3-4).