In attesa della Resurrezione riflettiamo su Maria e la Chiesa
di Anna Tortora
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NEL GIORNO DEL SABATO SANTO UN PARALLELISMO SEMPRE ATTUALE
Il parallelismo tra Maria e la Chiesa non è di oggi. Non è privo di base scritturistica e patristica, anche se non vi appare come un tema principale.
“Il parallelo Maria – Chiesa, prefigurato già nell’Antico Israele, si potrebbe considerare come il fondamento di tutta la teologia protestante. Già Lutero diceva che quanto si afferma di Maria e della Chiesa si può affermare indistintamente dell’una e dell’altra”, ha scritto Luigi Melotti.
Queste relazioni sono molte e complesse. Il Concilio le raggruppa sotto tre parole: madre, membro, tipo.
“È veramente madre delle membra di Cristo…perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa e sua figura ed eccellentissimo modello nella fede e nella carità, e la Chiesa Cattolica, edotta dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale, la venera come madre amatissima” (Lumen Gentium 53/427).
Luigi Melotti ci ricorda che “causalità, interiorità, esemplarità: sono dunque queste le tre categorie che possono permetterci di sistematizzare i rapporti tra Maria e la Chiesa, e cioè: – Maria è nella Chiesa (membro – interiorità); – ha una reale influenza sulla Chiesa (madre – casualità); – è anche il modello che la Chiesa cerca di riprodurre (tipo – esemplarità)”.
“Il titolo Typus Ecclesiae era acquisito molto prima che il Concilio di Efeso (431) proclamasse solennemente il titolo Theotókos”, ha scritto il grande teologo Yves Congar.
La Chiesa è istituzione di salvezza, visibile e gerarchizzata, ma è anche popolo di Dio, comunità di carità. Intendiamo qui la Chiesa come popolo di Dio, comunità di carità dei salvati, nata dal costato di Cristo in croce, e manifestata al mondo con la venuta dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste.
“Tre proposizioni sembrano poter riassumere le relazioni di Maria con la Chiesa così intesa: – Maria è nella Chiesa; – Maria è al di sopra della Chiesa; – Maria è prima della Chiesa”, scrive Luigi Melotti.
Maria, come tutti i redenti, è nella Chiesa, sia pure in modo unico. “Ecco ora un altro aspetto delle relazioni tra Maria e la Chiesa: Maria è il tipo della Chiesa. Il typus è il modello, l’esemplare che si cerca di riprodurre. Parlare di Maria come tipo della Chiesa significa dunque distinguere da essa, un po’ come si distingue il modello della sua riproduzione, con questa precisazione molto importante: che qui il modello e la riproduzione non sono distinti perfettamente, poiché l’uno è l’altro: Maria è, infatti, nella Chiesa. Ancora: la Chiesa imita Maria, suo modello, ma questa imitazione ha dei limiti. Ci sono delle somiglianze, ma anche delle differenze profonde tra Maria e la Chiesa” (Luigi Melotti).
È nell’incarnazione che Maria, divenendo Madre di Cristo, la sua maternità verso la Chiesa: “Come infatti la divina maternità è il fondamento della speciale relazione con Cristo e della sua presenza nell’economia della salvezza operata da Cristo Gesù, così pure essa costituisce il fondamento principale dei rapporti di Maria con la Chiesa, essendo Madre di Colui, che fin dal primo istante dell’Incarnazione nel suo seno verginale, ha unito a sé come Capo il suo Corpo Mistico che è la Chiesa. Maria, dunque, come Madre di Cristo, è Madre anche dei fedeli e dei pastori tutti, cioè della Chiesa” (Enchiridion Vaticanum, Ed. Dehoniane, Bologna 1968, n. 306).