Il prof. Lanzone (Policlinico Gemelli): “per noi il paziente non è un numero”

Il prof. Lanzone (Policlinico Gemelli): “per noi il paziente non è un numero”

di Bruno Volpe

IL PROFESSOR ANTONIO LANZONE, PRESIDE DEL CORSO DI LAUREA IN MEDICINA E CHIRURGIA DEL POLICLINICO GEMELLI DI ROMA (UNIVERSITÀ CATTOLICA) PARLA ANCHE DEL LIVELLO ECCELLENTE DELL’ATENEO

“Per noi il paziente non è un numero”: ce lo dice in questa intervista il professor Antonio Lanzone, Preside del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia del Policlinico Gemelli di Roma (Università Cattolica) che parla anche del livello eccellente dell’ateneo.

Preside Lanzone, che cosa fa del Gemelli un’eccellenza?

“In Italia siamo il primo ospedale, tra i primi venti in Europa e al 37 nel mondo a leggere i dati di Newsweek. In Italia il secondo è il Sant’Orsola. Questo dato, significativo, vuol dire che siamo all’avanguardia, sia da un punto di vista tecnico, che professionale. Abbiamo medici leader in ogni specializzazione, e cerchiamo i migliori anche da fuori Italia. Puntiamo, ed è una nostra politica, sulle eccellenze. Purtroppo non siamo un ente pubblico, ma privato e non abbiamo grossi finanziamenti, dobbiamo fare quasi tutto da soli”.

Insomma, cercate di dare il massimo con uno sguardo attento ai bilanci…

“Infatti è cosi. Insieme alla valutazione delle migliori risorse mediche dobbiamo considerare i numeri e l’aspetto manageriale. Siamo contenti perché esiste un’ottima saldatura tra lato medico e manageriale, si procede di pari passo, e questo fa in modo che si possa camminare spediti come dimostra la creazione di un Istituto di Ricerca”.

Siete un ospedale di impronta cattolica. Come coniugare medicina e fede?

“Detto che i bilanci hanno la loro importanza, non possiamo dimenticare l’aspetto umano. Ecco che per noi il paziente non è un numero, ma è persona da trattare con la massima attenzione e cura. Siamo da questo punto di vista molto attenti nella selezione del personale medico e sanitario. Valutiamo con precisione che abbiano questi requisiti. Lo dimostra il nostro impegno col Fatebenefratelli all’Isola Tiberina di Roma”.

Accoglierete medici e studenti in arrivo dall’Ucraina?

“Noi siamo a disposizione nell’ accogliere chi sfugge da quella nazione e ci affidiamo anche alla struttura del volontariato. Abbiamo in effetti qualche studente ucraino, ma sino ad oggi segnaliamo poche richieste”.

 

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments