Il governo Draghi non sostiene il welfare aziendale
di Vincenzo Silvestrelli
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LA DIMINUZIONE DELL’IMPORTO DELLA RETRIBUZIONE ACCESSORIA (FRINGE BENEFITS) VOLUTA DAL PRESIDENTE DRAGHI CONFERMA LA NATURA STATALISTA DEL “GOVERNO DEI MIGLIORI“, CHE SCEGLIE DI NON PRIVILEGIARE LA LIBERTÀ NELLA SCELTA DEI SERVIZI DI WELFARE DIMINUENDO LA CAPACITÀ COMPLESSIVA DI SPESA DELLE FAMIGLIE ITALIANE
Come sanno molti lavoratori, la pandemia ha portato in Italia al raddoppio della retribuzione extra-salariale (o “accessoria”), i c.d. fringe benefits. Tale provvedimento di “ristoro” economico, però, non è stato confermato quest’anno, poiché la legge di bilancio ha stabilito che per il 2022 la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit è di soli € 258,23, confermando così quanto previsto dall’art. 51 del TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi, che regola la materia. Il legislatore ha quindi deciso di non mantenere la soglia di € 516,46 così come fatto sia per il 2020 che per il 2021.
Il caso classico di fringe benefits è l’auto aziendale. Gli importi della retribuzione erogati in servizi non sono sottoposti alla tassazione e quindi costituiscono un vantaggio più significativo per il dipendente, oltre che un costo minore per l’azienda.
Durante la pandemia questo strumento fiscale è stato utilizzato per favorire l’acquisto di computer o altre apparecchiature utili a svolgere il lavoro da casa e/o a fornire ai figli gli apparati per la Didattica a distanza (DaD). La riduzione del beneficio costituisce una conferma di come il governo Draghi non tenga in considerazione alcune necessità importanti anzitutto del settore privato. In primo luogo la riduzione della pressione fiscale è opportuna per aumentare la capacità di acquisto delle famiglie. Inoltre orientare i fringe benefits in settori come l’educazione favorisce l’orientamento del welfare verso i giovani.
Nel welfare italiano, infatti, l’orientamento è sbilanciato verso l’assistenza sanitaria e il sistema pensionistico, mentre non si valorizza la libertà di scelta educativa. Ampliare le risorse per il welfare aziendale, anche attraverso esenzioni fiscali, consente invece di favorire la sussidiarietà nella scelta dei benefici che non vengono predeterminati rigidamente dallo Stato ma sono decisi congiuntamente dall’azienda e dal dipendente. I servizi così scelti possono inoltre essere erogati attraverso le comunità locali che li organizzano congiuntamente sviluppando opportunità di lavoro.
Facendo un ulteriore esempio concreto un fringe benefits potremmo citare un corso di lingua straniera in favore dei figli che potrebbe essere svolto da istituzioni educative del territorio di residenza. La detassazione di parti dello stipendio faciliterebbe in questi casi lo sviluppo di aperture e reti locali che possono migliorare non solo i servizi ma anche la capacità delle comunità di assumerne una responsabilità sociale collettiva.