“Non possiamo più tacere”: sacerdoti austriaci si ribellano all’obbligo vaccinale

“Non possiamo più tacere”: sacerdoti austriaci si ribellano all’obbligo vaccinale

di Emanuela Maccarrone

IN AUSTRIA CI SONO CIRCA DUE MILIONI DI CITTADINI CHE RIFIUTANO LA VACCINAZIONE PER VALIDE RAGIONI. “VA DA SÉ CHE ANCHE LA CHIESA DEVE INTERCEDERE PER QUESTE PERSONE“: È QUANTO SOSTIENE UN GRUPPO DI OLTRE CENTOVENTI SACERDOTI E DIACONI AUSTRIACI

In Austria l’obbligo vaccinale, che prevedeva limitazioni alla vita sociale, multe e addirittura il carcere, è stato sospeso, ma secondo circa centoventi sacerdoti e diaconi rimane una minaccia costante ai danni degli oltre due milioni di austriaci che non hanno aderito alla vaccinazione di massa.

L’allarme fa riferimento alla divisione che la differenziazione tra vaccinati e non vaccinati sta apportando all’interno della società austriaca, a tal punto che i cittadini contrari all’immunizzazione rischiano di essere discriminati non solo con parole ma anche con atti che tendono a isolarli dalla vita sociale.

Nel documento è stato denunciato anche un malcontento nei confronti di quei sacerdoti e vescovi che stanno spingendo i fedeli alla vaccinazione, marchiando il non vaccinato come persona insensibile o irresponsabile. Questo atteggiamento, secondo i denuncianti, “è abbastanza spaventoso che sia presente anche nella Chiesa“.

I firmatari, inoltre, hanno evidenziato la contraddizione tra l’imperativo alla vaccinazione e una carenza informativa relativa ai cosiddetti vaccini anti Covid-19, in particolare con riguardo agli effetti collaterali che sono stati celati o ignorati, ma che sono riportati da varie fonti ufficiali.

Dinanzi a tanta ostinazione, il gruppo si è posto una domanda: quella parte di Chiesa schierata apertamente per i vaccini si deve anche considerare responsabile dei danni e decessi dovuti ai vaccini registrati in Austria? “Sappiamo di credenti che hanno lasciato la Chiesa e, quando gli viene chiesto il perché, molti rispondono: a causa della politica sul Coronavirus adottata dalla Chiesa“.

Nel documento è rimarcato anche il grave impatto economico causato dalla pressione psicologica delle rigorose misure anti-Covid. I firmatari parlano di una “rovina esistenziale“, con cittadini che si sono visti costretti a soggiacere all’imposizione vaccinale pur di lavorare o di poter continuare a studiare.

Il gruppo di firmatari si è lamentato anche del crescente aumento della solitudine a danno degli anziani, dei soggetti più fragili, dei bambini e dei giovani: “la Chiesa non può tacere su questo – hanno affermato -. È fondamentale stare dalla parte degli oppressi e dei bisognosi. La parola del Signore è chiara“, aggiungendo che questi vaccini non impediscono né l’infezione né la trasmissione del virus.

Le contraddizioni legate all’obbligatorietà della vaccinazione emerge con tutta evidenza, secondo i firmatari, dinanzi alla dichiarazione di incostituzionalità esposta da un certo numero di avvocati austriaci e tedeschi, che hanno denunciato la violazione della dignità umana e il diritto fondamentale alla vita e all’integrità fisica, nonché l’interferenza sproporzionata con il diritto dei genitori ad educare i figli conformemente alle loro convinzioni.

Infine, i firmatari hanno evidenziato come anche il carattere manipolatorio del linguaggio usato nella campagna vaccinale ed hanno chiesto per questo scusa ai fedeli per la mancata protesta pubblica. “Siamo stati in silenzio per troppo tempo – concludono –, chiediamo perdono“.

 

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