Tutta la differenza che c’è tra il “caso Smith” e la Settimana Santa (tempo della Misericordia)
di Enzo Vitale
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DIO PORGE LA MANO E LA PAROLA A CHI NEANCHE GLIELA CHIEDE. HA PRONTA LA SUA MISERICORDIA A CHI CREDE DI NON AVERNE ALCUN BISOGNO.
Confesso che quando ho letto (e anche visto!) la scena del Principe di Bel-Air che colpiva potentemente il povero Chris Rock per una battuta fuori posto su Jada Pinkett, moglie di Will Smith, purtroppo malata, la tentazione di dare anche il mio parere c’è stata. Ero certo che, però, molti altri avrebbero scritto ed allora mi sono trattenuto da buttar giù parole che, da una parte o dall’altra, sarebbero state ritenute inutili. Oggi, però, la tentazione ha preso il sopravvento quando ho sentito che Will Smith è stato bandito dagli Oscar per i prossimi 10 anni perché il suo gesto è considerato inaccettabile.
Qualcuno – come successo nei giorni immediatamente successivi al fattaccio – ha tentato di dare giustificazione per un fatto che, senza se e senza ma, è da condannare: lo stesso famoso attore, quella sera, ha chiesto scusa. Hanno fatto notare che il gesto dell’attore, da un certo punto di vista, è da ammirare, dato che, avendo preso le difese della propria dama, rientrerebbe nei canoni della vecchia, e oramai sparita, cavalleria.
Sinceramente, questa tesi, non mi ha molto convinto perché una violenza, resta pur sempre una violenza. Se poi fatta in modo improvviso, lasciando di stucco il malcapitato che non immaginava minimamente una tale reazione, credo che sia ancora peggio. Inoltre, non vorrei sbagliare, ma i famosi duelli riparatori per l’onta subita erano annunciati e non certo paragonabili ad aggressioni improvvise che fanno pensare agli agguati camorristici. Fatto sta che, a distanza di non molto tempo, è arrivata la punizione per il famoso artista.
Ed io pensavo come, partendo da questa storia, si possa provare a capire – “leggendo” i fatti con calma e lucidità – tutta la differenza che c’è quando, invece, a muoversi è l’illustre sconosciuta che, nella Settimana Santa, la fa da padrona: la Misericordia!
La novità del cristianesimo sta in un atteggiamento capace di passar sopra, andare oltre, perdonare (ecco la parolina centrale!) senza chiedere niente altro in cambio perché il prezzo è stato pagato, con gli interessi, dal Cristo morto in Croce. Nonostante di violenza ce ne sia tanta nel mondo!
Esiste sì lo schiaffo dato davanti a milioni di telespettatori, c’è l’aggressione continuata che si consuma nel corso di una guerra, c’è la violenza perpetrata da bande criminali (camorristiche o mafiose fa lo stesso) che si concretizza nello spaccio di sostanze di morte, ma c’è anche, ed è quella che a me fa più paura, che si consuma con il silenzio complice degli “onesti”, operata da parte delle “brave persone”. Puoi fare del male in tanti modi e non necessariamente colpendo al viso (per il cui gesto ci vuole un certo coraggio) o lanciando un missile (per il quale ci vogliono i mezzi).
Fai del male, ad esempio, se prendi in giro commentando in modo sarcastico con un messaggino di whatsapp, un post o un articolo che non hai neanche letto, oppure diffamando e calunniando. Che sia grande o piccolo il gesto, che sia palese o nascosto dietro una tastiera, sempre male è e sempre male resta. E ci vuole Misericordia anche per chi crede di poterne fare a meno, che non sa di averne bisogno.
Dice il Signore per bocca del profeta: «Dissi: “Eccomi, eccomi” a gente che non invocava il mio nome. Ho teso la mano ogni giorno a un popolo ribelle; essi andavano per una strada non buona, seguendo i loro capricci, un popolo che mi provocava sempre, con sfacciataggine» (Is 65, 1b-3a).
Dio porge la mano e la parola a chi neanche gliela chiede. Ha pronta la Sua Misericordia a chi crede di non averne alcun bisogno. Ma quanto sarà vana la vita di quell’uomo che, sotto il Cielo, pensa di poterne fare a meno?
La Misericordia, che in questa Settimana Santa si mostra a noi con il Sangue del Cristo, vuol raggiungere anche chi, magari, non leggendo queste parole, si limiterà a pronunciare un “Amen” a cose che neanche ha letto e, così facendo, dimostrerà di essere, come si dice in Sicilia, un “nuddu ammiscatu cu nente”. Eppure, Cristo, è morto anche per quel “nulla mischiato con un niente”.
In fondo, il gesto, qualsiasi gesto o parola, detta oppure omessa, se non è accompagnata da un’intenzione che porta in sé tutti i sentimenti di Cristo, sarà sempre sbagliata. Quell’uomo voleva difendere davvero sua moglie? Oppure la sua intenzione era un’altra? Non lo sappiamo. Ma solo la Sua Misericordia arriva a coprire tutto.