Omosessualità, qualcuno vuole cancellare il VI comandamento?
di Enzo Vitale
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MATRIMONIO E FAMIGLIA: SCHIAVI DI UNA VISIONE ANTROPOLOGICA DISCUTIBILE NON RIUSCIAMO PIÙ A VEDERE L’ERRORE…
Negli ultimi tempi gli attacchi a quello che è l’insegnamento della Chiesa Cattolica in materia di sessualità, soprattutto quando riguardano il tema specifico dell’omosessualità, sembrano ripetersi senza sosta arrivando anche da ambienti interni alla stessa Chiesa.
Non è passato molto tempo da quando sono state riprese le parole del card. Marx secondo il quale “il Catechismo della Chiesa non è scolpito sulla pietra”. Evidentemente sono passati i tempi in cui si pensava al Magistero come ad una roccia a cui aggrapparsi quando i marosi del dubbio e dell’errore minacciano all’orizzonte.
La tensione, oggi mal compresa, di una corretta e sana indagine teologica che deve cercare sempre più e sempre meglio di approfondire la Verità rivelata, si scontra con il vezzo di chi vuol far passare (“alcune” volte imporre) una propria e (tante volte comoda) idea della morale. E, con troppa facilità, ci si dimentica che tutti siamo chiamati alla santità, a percorrere strade non semplici, per le quali ci vuole fatica, impegno e, in particolare, perseveranza.
Provvidenzialmente, agli inviti a rivedere la dottrina, si contrappongono i richiami di chi da anni si impegna per far vivere in modo coerente al Magistero ecclesiale chi vive il dramma dell’omosessualità ribadendo con fermezza e richiamando costantemente l’attenzione a quanto insegnato dalla Chiesa, in modo chiarissimo, nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
Interessanti le dichiarazioni riportate dal sito di informazione ACI Stampa che ha parlato di una lettera inviata ai cardinali Jean-Claude Hollerich e Reinhard Marx da Padre Philip G. Bochanski, direttore esecutivo di Courage International associazione che aiuta i propri appartenenti a vivere i punti che da sempre sono invitati a vivere tutti i cristiani: castità, preghiera e dedizione, amicizia, supporto reciproco.
Nel testo della lettera (che nell’originale è in inglese) leggiamo queste parole di Bochanski: «come sacerdote impegnato da molti anni nella pastorale delle persone che sperimentano attrazioni dello stesso sesso, ho letto i vostri recenti commenti pubblici sull’insegnamento cattolico di atti omosessuali con seria preoccupazione. Lei ha suggerito, cardinale Hollerich, che il fondamento sociologico-scientifico della dottrina cattolica secondo cui gli atti omosessuali sono immorali “non è più corretto” e ha chiesto “una revisione fondamentale dell’insegnamento della Chiesa” e “un cambiamento nella dottrina”».
Rivedere la dottrina della Chiesa sull’omosessualità significherebbe cancellare tutto l’insegnamento della Chiesa sul sesto Comandamento del Decalogo: ecco cosa c’è in ballo! A quanto pare non è chiaro a chi chiede di cambiare. Oppure, forse, schiavi di una cultura succube di una visione antropologica discutibile dell’essere umano non si riesce a vedere l’errore e si è dimenticato quello che da sempre ha insegnato il Magistero sul tema.
Lo stesso Bochanski aggiunge: «Eminenze, vi prego, di essere fedeli al vostro giuramento. Violare il vostro giuramento su questo insegnamento arrecherebbe un grave danno alle persone che io stesso voglio sinceramente aiutare. Rinforzando questo fraintendimento dell’ordinamento divino della sessualità, li incoraggiate a cercare felicità in relazioni che alla fine non possono soddisfare, piuttosto che cercare appagamento in caste amicizie».
Parole molto chiare che spingono ad una seria riflessione e che aiutano a capire come tutti siano coinvolti nel cercare di accompagnare coloro che vivono questa situazione. Tutti – questo è anche il monito spesso frainteso di Papa Francesco – devono aiutare e andare incontro a coloro che hanno una visione diversa e vivono situazioni di confusione. Ovviamente, senza cambiare un insegnamento, quello della Chiesa, che è garanzia della verità sull’essere umano, senza cedere a compromessi e pressioni che, alla prova dei fatti, non cercano il vero bene dell’uomo, la sua felicità piena, la totale realizzazione.