“Vita spirituale” di Reginald Garrigou-Lagrange: un classico sempre vivo
di Vincenzo Silvestrelli
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RIEDITATO UN CLASSICO DELLA SPIRITUALITÀ CATTOLICA: LA “VITA SPIRITUALE” DEL TEOLOGO DOMENICANO PADRE REGINALD GARRIGOU-LAGRANGE (1877–1964)
Le Edizioni dello Studio Domenicano di Bologna (ESD) hanno meritoriamente rieditato un classico della letteratura ascetica: gli esercizi spirituali del padre Reginald Garrigou-Lagrange (1877-1964), uno dei maggiori teologi tomisti contemporanei.
Il libro, dal titolo “Vita spirituale” (Prefazione di p. Riccardo Barile O.P., ESD, Bologna 2022, pp. 256, €18), offre riflessioni solidamente basate sulla tradizione della Chiesa e raccoglie la predicazione degli esercizi spirituali dettati dall’Autore ai suoi confratelli domenicani.
Ricordiamo che p. Garrigou-Lagrange insegnò dapprima a Le Saulchior (allora in Belgio) e poi all’Angelicum di Roma, fino alla morte. È stato il più eminente e influente teologo cattolico della prima metà del sec. XX, colui che dopo la crisi modernista ha saputo meglio d’ogni altro operare una solida sintesi tra il dato rivelato e il realismo filosofico di Tommaso. L’edificio teologico ch’egli ha costruito con lo strumento della filosofica tomistica è di enorme portata ed ammirevole oltre che per la sua grandiosità anche per la solidità di ogni sua parte.
Si tratta di un testo in cui vengono affrontati i molteplici aspetti della vita spirituale grazie alla guida sicura della profonda preparazione teologica di p. Garrigou-Lagrange.
Il teologo ha lasciato una traccia profonda nella Teologia Spirituale dell’ultimo secolo con la sua nota opera “Le tre età della vita interiore”, che congiunge teologia mistica e scolastica per aiutare le persone nel progresso nella vita di orazione e di unione a Dio. Gli esercizi spirituali editi dalle ESD offrono in sintesi lo stesso cammino dell’opera maggiore. Il libro, quindi, è un’ottima presentazione del cammino spirituale proposto dal teologo e, nello stesso tempo, un aiuto per affrontare personalmente i temi che esso presenta.
Per arrivare alla unione con Dio, il domenicano offre pregevoli riflessioni su temi classici come la grazia, il peccato, la mortificazione, la differenza fra contemplazione ed orazione etc… Dà anche una lettura dei tre voti religiosi di povertà, castità ed obbedienza, rivolta ai suoi confratelli ma, mutatis mutandis, utile a tutti.
Parlando della mortificazione, per esempio, afferma: «La carne, o come dice l’apostolo, l’uomo vecchio, non è soltanto il corpo; è l’uomo tutto intero, come nasce da Adamo, con la sua vita fisica e morale. Quest’uomo naturale resta sempre in noi quaggiù, anche dopo che la grazia di Cristo ci ha rialzati e guariti, e ha incominciato in noi l’opera di deificazione, di configurazione al Verbo. Quest’uomo naturale non rappresenta la pura natura umana, come è uscita dalle mani di Dio, ma la natura deviata, orientata verso la terra, affamata dei suoi beni, avida dei suoi piaceri. È l’uomo dominato dal suo grande egoismo incosciente, che sogna la felicità quaggiù; è l’arrivista, come si dice oggi, che desidera soltanto una posizione, e che ritroviamo un po’ dovunque, in tutte le condizioni, anche fra coloro che fanno professione di rinuncia e umiltà. Quest’uomo vecchio vive sempre nella nostra natura senza grazia e noi dobbiamo mortificarlo, riducendolo praticamente all’impotenza, alla sterilità, non permettendogli di dare il suo frutto, che è il peccato».
Sono brevi affreschi che si offrono allo studio e alla meditazione personale di questo grande teologo, profondamente collegato alla grande tradizione metafisica e tomistica del suo Ordine.