La via cattolica per la Pace

La via cattolica per la Pace

di Matteo Castagna

SULLA GUERRA I MEDIA HANNO UN APPROCCIO VIZIATO DAL MANICHEISMO LIBERALE

L’eccesso di esemplificazione in fenomeni complessi ed epocali come quelli che stiamo vivendo porta a posizioni tranchant che possono essere un ostacolo insormontabile per addivenire alla pace.

I media avrebbero un ruolo importante nel dare un’informazione equilibrata, non deformata dalla propaganda. Dietro la guerra in Ucraina, ci sono motivazioni geopolitiche, economiche, culturali, storiche, religiose. Invece, assistiamo ad un approccio viziato dal manicheismo liberale, che è di matrice illuminista e protestante, per cui dopo il 1991, col crollo del muro di Berlino e dell’Unione Sovietica, ovvero del comunismo, non vi sono più contrapposizioni ideologiche.

Esiste solo l’Occidente guidato dagli Stati Uniti e “fine della storia”, per dirla con una frase del politologo nippo-americano Francis Fukuyama.

Negli anni ’90 iniziava il processo di trasformazione del modello liberal-capitalista del XX secolo in globalismo. Il mondo unipolare, però, ha trovato alcuni ostacoli fin da subito, come ad esempio l’Islam politico, l’ascesa dei cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, india, Cina, Sudafrica) ma anche il populismo, persino in America, nella forma adottata da Donald Trump. I grandi globalisti George Soros, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, Bill Gates, Barack Obama, Klaus Schwab, Hillary Clinton, Bernard Henri Levy e Joe Biden vogliono superare queste battute d’arresto al dominio globale e cementare il trionfo globale del liberalismo, che negli ultimi 30 anni ha progressivamente mutato la società, non solo attraverso la tecnologia, ma nei processi sociali e culturali, nella diffusione delle politiche di genere (LGBTQ+), nell’educazione, attraverso programmi scolastici mirati alla cancellazione di ogni identità e alla costruzione dell’ “uomo nuovo” come soggetto amorale, privo di pensiero e idee, sessuomane, perverso, transumano.

L’eredità di due anni di emergenza sanitaria è aver divinizzato la scienza (scientismo) come quinta colonna del sistema liberale, nell’arte si fa trionfare il surrealismo, nei social-media si alimenta la superbia della persona comune che si sente tuttologa, come zuccherino a un’umanità di sudditi consumatori dei prodotti delle élites globaliste. In tutto questo, non c’è più posto per Dio, che viene sostituito dalla religione unica mondiale, ossia l’unità nella diversità che fa convivere la Verità con l’errore, negando il principio di non contraddizione.

Va detto con estrema obiettività che Russia e Cina non hanno opposto un’ideologia contrastante. Al contrario, hanno fatto proprie le tesi del liberismo economico, fino a diventare due Superpotenze. Se è vero che Xi Jinping detiene il debito pubblico degli Stati Uniti e Putin dispone di una grande forza nucleare, l’Occidente liberale dimostra la sua debolezza nel non aver tenuto conto dell’avanzata esponenziale, concorrenziale e globale dell’Oriente del mondo.

Ha, dunque, ragione Alexander Dugin quando dice che “il comunismo è scomparso, ma l’Oriente, l’Eurasia, no“. Appare, quindi, piuttosto realistico ritenere che l’Occidente abbia sottovalutato l’altra parte del mondo, oggi in grande fermento, e che cerchi di sostituire la realtà stessa con il dominio incontrastato del mondo virtuale.

In un articolo sul Financial Times, Fukuyama parla direttamente della “guerra di Putin all’ordine liberale”. Perciò “l’operazione militare speciale in Ucraina è un accordo decisivo per stabilire la Russia come civiltà, come polo sovrano di un mondo multipolare”. Tutti i geopolitici anglosassoni hanno compreso tale assunto, da Halford Mackinder (1861-1947) a Zbigniew Brzezinski (1928-2017). Non potrà esservi pace duratura finché l’Occidente liberale non prenderà atto che dal suo fallimento è sorta una reazione multipolare incredibilmente forte, guidata dalla Russia.

La grande identità religiosa cristiano-ortodossa di questa reazione determina dei problemi di non poco conto per il mondo cristiano-cattolico, che non può permettersi di vedere incrinarsi il primato petrino di Roma, nonostante la secolarizzazione.

Nel mese di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, è più che mai necessario pregare perché il Cuore Immacolato di Maria possa trionfare sul virus liberale, sul cancro social-comunista e sulla paralisi modernista, così che la Chiesa possa irradiare di Luce salvifica tutto il Creato, affinché la pace non sia solo assenza di guerra ma la tranquillità dell’Ordine dato dal Magistero Perenne e dalla Dottrina Sociale dei Papi.

 

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Se sono chiari gli ambiti politici ed economici di questo terremoto epocale, con le scosse surreali della pandemia e della guerra, ancora non mi è chiaro il ruolo degli attori. Che Biden sia un pupazzo in mano al Deep State – neologismo creato per sostituire “l’apparato industriale e militare” di cui ci ammonivano Eisenhower e JFK – non v’è dubbio. Anche il nero Obama,insediato per consentire il piu’ ampio bombardamento del dopoguerra, con sette Paesi e oltre 26.000 bombe sganciate; e per mascherare l’orrore, niente di meglio che il Nobel per la Pace.Viceversa, non è chiaro se la Russia sia realmente il baluardo contro il materialismo liberista o se si tratti solo di un’azione diretta a tutelare, come scriveva Mackinder, la Heartland, cioè quell’area incentrata sull’Uzbekistan, la piu’ ricca al mondo di petrolio e gas.Ragioni ancora una volta economiche ma che possono creare un movimento di reazione al liberismo pansessualista; si guarderà a Est, alla Tradizione dell’Aquila Imperiale?